L’Imu “ricompatta” il centro-destra. Fiato sul collo della Corte dei conti

Il Consiglio comunale ha detto sì all’aumento delle aliquote Imu, che passeranno dalla soglia base a quella massima, sia per la prima che per la seconda casa. La prossima rata dell’Imu sarà, quindi, dell'1,06 per cento come aliquota base e dello 0,6 per cento come aliquota prevista per l'abitazione principale e relative pertinenze. Il passaggio in aula della delibera proposta dal commissario straordinario Luigi Croce e predisposta dal dirigente ai Tributi Romolo Dell’Acqua è stato, però, tutt’altro che “indolore” e ha delineato un quadro politico completamente diverso da quello venuto fuori in occasione dell’ultima seduta, in cui era stato bocciato il bilancio consuntivo 2011(vedi correlato).

In quell’occasione Udc e Pd avevano camminato a braccetto e insieme, con la complicità di 7 astenuti, avevano decretato il fallimento delle politiche economiche dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e dell’ex assessore al ramo Orazio Miloro. Una convergenza che aveva fatto pensare alla nascita di un’unione di fatto tra il partito di centro e il partito democratico, seppur non ancora consacrata da un alleanza ufficiale, ma che alla luce di quanto avvenuto oggi si è rivelata soltanto un rapporto occasionale. Sull’emendamento presentato dal Pd, che voleva il mantenimento dell’aliquota base sulla prima casa dando invece il via libera all’aumento sulla seconda casa, l’Udc non solo non ha teso la mano ma ha addirittura tirato calci ai colleghi del Pd, loro alleati sul fronte regionale.

Il capogruppo centrista Enzo Messina ha detto chiaramente che «sarebbe stato meglio votare questa delibera dopo lunedì», cioè a elezioni regionali archiviate, dando in sostanza alla proposta del Pd una lettura populista ed elettoralistica. Un’accusa rivolta al centro-sinistra anche dal Pdl, che ritrova la sintonia con l’Udc e per bocca dell’ex capogruppo Pippo Capurro dice agli uomini del Pd presenti in aula: «La vostra è demagogia. Sapevate, perché eravate presenti all’incontro tra i capigruppo e il commissario Croce, che l’Imu doveva essere aumentata e fate l’imboscata con questo emendamento solo per puntare il dito contro Pdl e Udc, che voteranno a favore».

Dalla parte opposta dei banchi, le accuse vengono respinte al mittente. Felice Calabrò, primo firmatario dell’emendamento, non cede di un millimetro e ribadisce che i circa 2 milioni di euro derivanti dall’aumento dell’aliquota sulla prima casa (questa la previsione di incasso) non salveranno il Comune dal dissesto ma contribuiranno solo a tartassare «quei lavoratori che non prendono lo stipendio da mesi. Colpiremo – ha detto il coordinatore del partito democratico – i lavoratori dell’Atm, quelli di Messinambiente, i dipendenti comunali e tutte le persone che non hanno neanche i soldi per arrivare a fine mese». La sua è un’ “arringa” appassionata ma lucida, tanto da invitare i dirigenti in aula a spiegare quali potrebbero essere le conseguenze in caso di approvazione di quell’emendamento, che ha il parere favorevole del dirigente ma va contro le indicazioni della Corte dei conti, la quale – per coprire i buchi del bilancio di Palazzo Zanca – ha “consigliato” l‘aumento delle tasse.

L’appello di Calabrò ai dirigenti è anche quello di rispondere alla domanda formulata dal consigliere Peppe Chiarella, che chiedeva se l’eventuale via libera a all’emendamento del Pd avrebbe precluso l’accesso al fondo di rotazione (vedi correlato), previsto dal Decreto legge 174, varato dal Governo per aiutare i Comuni vicini al dissesto. La risposta del segretario generale del Comune Santi Alligo è negativa, ma se questo basta al partito democratico per “conquistare” il voto di Chiarella non è sufficiente a far passare l’emendamento, che viene respinto con 13 voti favorevoli , 8 contrari e 5 astenuti. I sì sono quelli dei consiglieri del Pd presenti in aula Barone, Barrile, Calabrò Cucinotta, David, Gennaro, Isaja, Sauta e Vaccarino , più quelli di Cantello di Sicilia Vera (che è stato il primo e dal primo momento a dichiararsi contrario all’aumento Imu), Caliò, Chiarella,e Ticonosco (che ha tacciato come vigliacchi i colleghi di partito usciti dall’aula e per protesta ha votato a favore dell’emendamento). Hanno votato contro i consiglieri del Pdl Capurro, Fazio, Nicolosi e Spicuzza; dell’Udc Melazzo, Messina, Rizzo, Ruello. Si sono astenuti Burrascano, Carreri, Crifò, Magazzù, Previti.

Chiuso il capitolo relativo all’ emendamento, la linea dei singoli partiti non cambia e la delibera proposta da Croce viene approvata con 14 voti favorevoli e 7 contrari. Pdl ,Udc e Carreri di Risorgimento Messinese alzano disco verde, in maniera convinta ma non compiaciuta: tutti i consiglieri intervenuti al dibattito hanno, infatti, detto e ribadito più volte che si tratta di una decisione dolorosa ma obbligata non solo per consentire all’ente di fare cassa subito ma anche per poter sperare di chiudere il bilancio di previsione 2012, ancora in alto mare. I sette voti contrari del Pd dimostrano coerenza ma anche scarsa presenza in aula, grande difetto di un partito che non è mai riuscito a far valere in aula il peso numerico dei suoi 15 consiglieri comunali.

Archiviata la pratica Imu, l’emergenza finanziaria è tutt’altro che risolta e la Corte dei Conti continua a far sentire il fiato sul collo agli amministratori di Palazzo Zanca. Con nota protocollata il 22 ottobre, l’organo di controllo – che continua a vigilare sui conti dell’ente – ha richiesto l’invio entro il 15 novembre di una serie di documenti ed atti per far luce «sull’attuale ed effettiva situazione finanziaria del comune». (Danila La Torre)