Previsionale 2017: bilancio “fantasma”. E il piano di riequilibrio…

«Con questo atto la città di Messina entra nel gruppo delle città virtuose. Approvare gli strumenti di programmazione nei tempi corretti garantisce una efficiente gestione degli enti locali e consente una migliore erogazione dei servizi ai cittadini». Era il 30 dicembre scorso quando la giunta Accorinti annunciava l’approvazione del bilancio di previsione 2017 facendosi immortalare in una foto ricordo in cui sindaco ed assessori (in prima fila c’era anche Luca Eller) “sfoggiavano” sorrisi smaglianti (vedi qui).

Ebbene, un mese dopo quell’annuncio – seguito da innumerevoli dichiarazioni di autocelebrazione – di quel documento contabile non c’è traccia. Non lo ha ancora visto neanche il Collegio dei revisori dei conti, che deve esaminarne i dati per verificare la regolarità contabile e predisporre la relazione tecnica da trasmettere al Consiglio Comunale.

Federico Basile e Giuseppe Zingales hanno ricevuto soltanto la delibera pubblicata sul sito istituzionale del Comune, senza gli allegati obbligatori e senza i documenti necessari per la comparazione dei dati. Dopo cinque settimane e tanta propaganda sull’argomento, il bilancio di previsione 2017 è ad oggi un bilancio fantasma.

L’Organo di revisione ha sollecitato più volte la Ragioneria ad inviare tutta la documentazione contabile, ma le richieste sono cadute nel vuoto. Prima che il previsionale 2017 arrivi in Aula, e il Comune possa essere annoverato tra gli enti realmente virtuosi, passeranno ancora settimane, se non addirittura mesi.

Dagli Uffici di Palazzo Zanca, trapela poi un’altra pessima notizia, che riguarda il piano di riequilibrio. Per il secondo anno consecutivo non sono state rispettate le previsioni contenute nella manovra decennale. Il piano di riequilibrio sarebbe cioè ancora una volta squilibrato e disallineato. Le entrate sono state inferiori a quelle ipotizzate. Dopo l’addio di Eller, la patata bollente passerà adesso nelle mani del neo assessore Giuseppe Cannizzaro, che dovrebbe insediarsi nelle prossime ore.

Come noto, il piano di riequilibrio è ancora all’esame della sottocommissione ministeriale e dovrà poi passare al vaglio della Corte dei Conti. Da Roma si attendono notizie ufficiali per capire quale sarà il destino del Comune. L’ente messinese, infatti, non è mai uscito dallo stato di pre-dissesto ed il millantato risanamento finanziario è una narrazione molto suggestiva ma non corrispondente alla realtà. Se dal Ministero prima o dalla magistratura contabile poi dovesse arrivare la bocciatura della manovra decennale, Palazzo Zanca si ritroverebbe in default in un men che non si dica.

Peraltro, in questo momento ci sono decine di creditori alla finestra di Palazzo Zanca, ansiosi di sapere quando potranno incassare le somme loro dovute e congelate da ben quattro anni. Era l’inizio del 2013, infatti, quando per la prima volta il Consiglio Comunale di allora, durante la reggenza del Commissario Luigi Croce, diede via libera al piano di riequilibrio. Da allora sono trascorsi quattro anni e si sono succedute numerose versioni del piano. L’ultima lo scorso 30 settembre. E su questa è atteso il giudizio della commissione.

Da tre anni a questa parte, il Comune si vede “costretto” ad operare come se la manovra fosse vigente anche se non lo è, cercando di rispettare le misure in essa contenute per dare copertura all’enorme mole di debiti che la giunta Accorinti ha avuto in “eredità” dalle precedenti amministrazioni. Non c’era riuscito lo scorso anno, fu infatti necessario l’intervento “chirurgico “di Eller, che riuscì comunque a scongiurare i tagli ai servizi sociali; e – come abbiamo visto prima – non c’è riuscito neanche quest’ano.

I conti di Palazzo Zanca erano e restano “ballerini”. E la propaganda non è sufficiente a trasformare una zucca in carrozza, ovvero un ente disastrato in un ente risanato.

Danila La Torre