Dismissione immobili. Venduto solo il terreno sul torrente Trapani: incassati 55 mila euro

Se sul fronte del “doppio incarico” la seduta di consiglio si è rivelata un nulla di fatto, su altri “orizzonti” le novità non mancano. Questa mattina si è infatti svolto il pubblico incanto per la vendita degli ex Magazzini generali (5 milioni 430 mila), degli ex silos granai (12 milioni e 77 mila euro), la cui precedente asta è andata deserta, del terreno adiacente il torrente Trapani (55mila e 800 euro), dell’edificio ex Amam Gravitelli (960 mila) e dell’ex scuola Gesso stazione (16 mila euro). L’unico bene “accasato”, come annunciato dai consiglieri Melazzo e Calabrò proprio nel corso del consiglio, è stato però il terreno della vallata Trapani. I bandi, come si ricorderà, rientravano nel programma di alienazione del patrimonio comunale avviato dall’amministrazione Buzzanca. Secondo le previsioni, le entrate ottenute dalle vendite avrebbero permesso di ripianare una parte dei debiti fuori bilancio, alcuni dei quali (in vista di tale “possibilità”) riconosciuti dal consiglio.

«Il sindaco e l’assessore Miloro avevano previsto dalla dismissione entrate per circa 12 milioni di euro, ne sono stati ottenuti appena 60 mila, cosa pensano di fare adesso?» afferma Melazzo, secondo il quale, oggi più che mai, la dichiarazione dello stato di dissesto rimane l’unica soluzione possibile. Tutto da rifare, dunque, ancor di più alla luce della richiesta di chiarimenti avanzata dalla Corte dei Conti. A tal proposito, sempre questa mattina, ma in commissione bilancio, i commissari hanno deciso di inoltrare al presidente Previti una proposta di convocazione di Consiglio per discutere in modo chiaro la situazione finanziaria del Comune.

Così come da capire è il futuro delle partecipate, che più di tutto il resto “pesano” sul bilancio del Comune. E proprio di partecipate, anzi di partecipata, Messinambiente, ha parlato (durante il suo intervento) il consigliere Pergolizzi: «A breve chiederò un consiglio straordinario per discutere della situazione della società di raccolta rifiuti rispetto alla quale, da parte dell’amministrazione, c’è la precisa volontà di dichiararne la fine: lo dimostra il fatto che Messinambiente non è più nelle condizioni di emettere fatture perché priva del DURC. L’obiettivo finale è quello di permettere all’Ato3 di ottenerne la gestione in house». (ELENA DE PASQUALE)