Il consulente della Procura Vito Tatò “in visita” a Palazzo Zanca

Il consulente della Procura, Vito Tatò, continua la sua attività “investigativa” in quel di Pazzo Zanca. Come si ricorderà a Tatò è stato dato incarico dalla magistratura messinese di passare sotto la lente di ingrandimento Bilanci del Comune relativi agli anni 2009, 2010 e 2011, accertando eventuali responsabilità, irregolarità negli atti e omissioni da parte dei vari responsabili degli Uffici amministrativi e finanziari e in particolare da parte della Ragioneria generale e dell’Ufficio dei revisori dei conti. Deve, inoltre, accertare i pagamenti e gli incassi, verificando data e priorità (vedi correlato). Quest’oggi il funzionario ministeriale è tornato a “fare visita” al Comune per acquisire atti e documenti utili all’indagine giudiziaria in corso. Nei giorni scorsi, ha incontrato anche l’ex presidente del Collegio dei revisori dei conti, Roberto Aricò.

A proposito di revisori dei conti, ecco cosa c’è scritto nella relazione sul contratto di servizio tra Amam e Comune, che rappresenta un elemento portante del piano decennale di riequilibrio e su cui prima l’Avvocatura ed ora anche i tecnici di Palazzo Zanca (vedi correlato) hanno apposto parere contrario. I revisori, esattamente come i legali del Comune, giudicano illegittima la corresponsione di un canone per la concessione dei beni strumentali e non ( pari a 15 milioni di euro all’anno per dieci anni), in quanto palesemente in contrasto con la normativa vigente.

L’erogazione delle somme da parte dell’Amam nei confronti del Comune comporterebbe inevitabilmente l’aumento delle tariffe per i cittadini, ma i revisori scrivono che «comunque si vogliano interpretare le ragioni del titolo che legittimerebbe il rimborso forfettario annuale, così come previsto dallo stesso articolo 9 in misura fissa, predeterminata e forfettaria, poiché non riconducibile a costi puntualmente definiti ma a generiche ipotesi di lavori innovativi e di rinnovamento della rete, si ritiene non possa riflettersi sulla determinazione della tariffa per il servizio idrico».

Quanto al presunto ammodernamento della rete, i revisori sottolineano altresì come tale attività non sia «peraltro normalmente non sostenuta dall’ente e comunque non prevista in alcun piano previsionale e programmatico, sia in termini tecnici che economico-finanziari, né a breve medio lungo termine »

In conclusione dicono che «ciò che verisimilmente può diversamente concorrere fra gli elementi della succitata tariffa, a parere del Collegio, sono eventuali accantonamenti per investimenti futuri, determinati tuttavia in misura consentita ed in relazione all’investimento programmato, ma non già in misura predeterminata».

La relazione del Collegio dei revisori dei conti porta in calce le firme del presidente Dario Zaccone e di Giancarlo Panzera. Manca quella del terzo componente, Domenico Maesano, che ha lasciato l’incarico qualche settimana fa ma al quale i due colleghi, con tanto di nota protocollata, chiedono i ripensarci e ritornare. All’appello si unisce anche il presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti . Adesso, bisogna capire cosa deciderà Maesano. (Danila La Torre)