Senza bilancio 2015, a Palazzo Zanca si naviga a vista. La situazione è drammatica

Ogni giorno che passa senza il bilancio di previsione 2015, la situazione finanziaria al Comune di Messina diventa più drammatica. Un ente senza bilancio è come un’anatra zoppa, con possibilità di azione fortemente limitate.

Dal 1.ottobre (cioè dal giorno dopo la scadenza dei termini fissati dalla legge per l’approvazione del documento finanziario) al 31 dicembre 2015, Palazzo Zanca ha agito in esercizio provvisorio , con i vari Dipartimenti che potevano operare in dodicesimi, tenendo conto delle somme stanziate per i vari settori nel bilancio di previsione 2014; dal 1. gennaio 2016, il Comune di Messina è in gestione provvisoria, condizione ancor più grave che obbliga l’ente ad assumere solo quegli impegni di spesa che se non assunti causerebbero danno erariale. Il primo servizio a saltare è stato quello della refezione scolastica e tra qualche giorno ai bambini non saranno più serviti pasti a scuola.

L’intricata materia della gestione finanziaria in assenza di bilancio è disciplinata dall’art. 163 del Tuel, che al comma 4 – in virtù della modifica introdotta del decreto legge 118 – stabilisce che «all'avvio della gestione provvisoria l'ente trasmette al tesoriere l'elenco dei residui presunti alla data del 1° gennaio e gli stanziamenti di competenza riguardanti l'anno a cui si riferisce l'esercizio provvisorio o la gestione provvisoria previsti nell'ultimo bilancio di previsione approvato, aggiornati alle variazioni deliberate nel corso dell'esercizio precedente, indicanti – per ciascuna missione, programma e titolo – gli impegni già assunti e l'importo del fondo pluriennale vincolato».

Ebbene, il Comune non solo non ha ancora adottato il bilancio 2015 ma è ancora inadempiente anche su questo fronte , come ha ammesso in commissione il ragioniere generale Antonino Cama, rispondendo a precisa domanda del consigliere dell’Udc Franco Mondello.

L’amministrazione, infatti, non ha prodotto l’ elenco dei residui , ma dall’altra parte – in assenza di liquidità – continua a procedere con anticipazioni di tesoreria , facendo maturare interessi nei confronti del Tesoriere, Unicredit. «Interessi checome ha sottolineato la consigliera Nina Lo Presti – peseranno sulle tasche dei cittadini».

La preoccupazione per la situazione finanziaria del Comune era palpabile nella commissione presieduta da Carlo Abbate e molti consiglieri comunali avrebbero voluto interloquire direttamente con l’assessore al bilancio e vice-sindaco Guido Signorino, che seppur formalmente invitato non si è presentato in Aula. Circostanza che non ha comunque impedito a consiglieri di rivolgergli pesanti accuse, che resteranno agli atti. «La giunta sta producendo una serie di danni per non aver portato in Consiglio il bilancio entro il 31 dicembre. Vorrei sapere a quanto ammonta l’esposizione debitoria nei confronti del tesoriere» ha dichiarato Peppuccio Santalco, il quale ha voluto mandare un messaggio anche all’esterno di Palazzo Zanca: «Chissà se qualche giudice a Berlino si sta occupando della questione , com’è successo per le amministrazioni del passato».

Per la consigliera Lo Presti, senza il bilancio 2105 viene acclarata la condizione di dissesto e viene certificato il fallimento della gestione economico-finanziaria di questa giunta. Secondo il consigliere Mondello con questa approssimazione «non si può più andare avanti e forse– ha detto – sarebbe davvero meglio andarcene tutti a casa».

Intanto, secondo quanto affermato dal ragioniere generale Cama non è intenzione dell’amministrazione comunale stilare un elenco delle spese che il Comune può sostenere o meno in questa fase di gestione provvisoria: «Saranno i dirigenti dei vari Dipartimenti a decidere quali impegni di spesa assumere, poi la Ragioneria valuterà».

Insomma, al Comune di Messina si naviga a vista, con una rotta incerta e con il rischio sempre più concreto di sbattere contro uno scoglio, quando invece l’obiettivo era quello di riportare la nave in un porto sicuro.

Danila La Torre