Una chance in più per i precari di Palazzo Zanca. Una chance che apre la strada ad una stabilizzazione meno misera rispetto a quelle 11 ore che l’amministrazione Accorinti aveva inserito nella prima bozza del Piano del Fabbisogno del Personale che ha acceso duri scontri tra le organizzazioni sindacali. Da un lato chi avrebbe accettato anche il compromesso delle 11 ore pur di uscire dal precariato, dall’altro chi ha subito detto no perché sarebbe stato solo un modo per rendere poveri centinaia di lavoratori. A dare battaglia è stata soprattutto la Fp Cgil (VEDI QUI) che ha messo sul tavolo una sua proposta e aveva chiesto al Segretario generale Antonio Le Donne di spalmare nell’arco del triennio la stabilizzazione in modo da poter garantire maggiori ore grazie alla maggiore capacità assunzionale disponibile. Le Donne aveva colto le richieste di una parte del sindacato, elaborando una nuova proposta subordinata all’approvazione del Decreto Enti Locali da parte del Consiglio dei Ministri. E adesso che il decreto passato ci sono delle novità in vista per i precari di Palazzo Zanca.
“Abbiamo fatto bene a non cedere alle pressioni, alle provocazioni e al terrorismo messo in campo da alcune organizzazioni sindacali che avevano già chiuso l'accordo con l'amministrazione Accorinti per la stabilizzazione dei precari a 11 ore settimanali. Adesso non ci sono più scuse o alibi” dice la segretaria Clara Crocè accogliendo il decreto che, tra le tante cose, prevede “l'utilizzo dei residui ancora disponibili delle quote percentuali delle facoltà assunzionali riferite al triennio precedente". E ancora lo stesso decreto indica anche la strada per la mobilità dei dipendenti delle ex Province, stabilendo che “per le Regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e Bolzano le disposizioni relative alla ricollocazione del personale in mobilità delle ex province non trovano applicazione fino alla entrata in vigore della legge regionali di attuazione della legge statale 7 aprile 2014”.
F.St.