Croce non convince la commissione consiliare. Astensione all’unanimità

Il dirigente responsabile del dipartimento Bilancio, Giovanni Di Leo, era stato chiaro: “Fino a quando non sarà approvato il bilancio di previsione 2013, lo stanziamento annuale a favore dell’Atm ammonta a 17 milioni di euro”. Nel contratto di servizio Atm, però, il corrispettivo annuo ammonta a 23 milioni di euro (vedi correlato).

Come verrà colmata la differenza di 6 milioni di euro? Devono esserselo chiesto anche i componenti della IX commissione consiliare (Viabilità e Trasporti) che, nella seduta odierna hanno ospitato il commissario Croce. Il massimo rappresentante di palazzo Zanca ha spiegato che la firma del contratto di servizio è prioritaria e necessaria e che la questione relativa alla copertura economica sarà risolta con una rimodulazione nel bilancio di previsione 2013.

Spiegazioni che non devono aver convinto i componenti della commissione che, all’unanimità, ha fornito parere di astensione. E le motivazioni di questa decisione le spiega il presidente della IX commissione, Nino Carreri: “Il nodo cruciale è di tipo economico. Nella riunione scorsa, il dirigente Di Leo ha spiegato che in nessun contratto di servizio è inserito il prezzo. Qui invece c’è una differenza di 6 milioni che temiamo possa essere colmata sottraendo contributi ad altri servizi essenziali già ridotti all’osso”.

Croce ha ricordato che l’accelerazione sul contratto di servizio Atm è indispensabile per il piano pluriennale di riequilibrio. I rapporti con le aziende partecipate potranno poi essere rivisti e migliorati, ma è necessario che siano definiti adesso per superare la fase critica.

“Desta perplessità anche l’ipotesi dello spacchettamento in tre società – prosegue Carreri – ma anche su questo fronte sembra ci siano ancora valutazioni in corso e che non ci sia nulla di deciso. Il commissario, per certi versi, ci ha rassicurato, ma alcune perplessità rimangono. Ad esempio, come si ridefiniscono i contratti in atto coi lavoratori? I sindacati faranno la loro parte?”. Domande che non hanno risposta e adesso la palla passa al Consiglio comunale.

“Non vorremmo – conclude Carreri – che si voglia far passare questo piano come necessario per ricostruire una seconda Atm, con gli stessi dirigenti. L’azienda va rimodulata, non si può continuare a tenere in piedi un carrozzone che, in queste condizioni, non ha speranze di vita. L’Atm è da rifondare a partire dall’organigramma, non si può dire che chi ha diretto l’azienda finora abbia fatto bene”.

(Marco Ipsale)