Un gruppo di lavoro per la rimodulazione del Piano di riequilibrio, coordinato dal dirigente Cama

Per la rimodulazione del piano decennale di riequilibrio, l’amministrazione comunale ha deciso di affidarsi ad un gruppo di lavoro. Ne faranno parte due professionalità interne all’Ente, «qualificate e dotate delle competenze necessarie alla corretta istruttoria degli atti funzionali alla predisposizione del Piano », già individuate nei direttori di sezione in servizio presso il Comune Pietro Minissale e Nicolò Zanghì.

Come spiegato nella determina dirigenziale firmata dal ragioniere generale di Palazzo Zanca nonché dirigente alle partecipate, Antonino Cama, i due “esperti” si avvarranno «del personale dipendente assegnato ai rispettivi servizi di appartenenza, sotto le direttive ed il coordinamento del Dirigente dello Staff Rapporti con le Aziende e/o Società a Partecipazione Comunale».

Sebbene l’atto emanato da Cama non entri nel dettaglio delle funzioni precipue assegnate a Zanghì e Minissale, dal testo appena citato sembra evincersi che il gruppo di lavoro dovrà soprattutto occuparsi dell’ingarbugliato nodo delle partecipate, che anche l’esperta dell’Ifel Ivana Rasi ha espressamente chiesto di “sciogliere”, in vista della rimodulazione piano di riequilibrio.

Nella relazione di due pagine consegnate al Comune e di recente trasmessa alla Commissione bilancio (vedi correlato) , la consulente inviata dall’Anci sottolinea infatti che nel documento di risanamento redatto durante la gestione commissariale "non sono state poste in essere né quanto meno previste, misure di allineamento con le contabilità degli organismi partecipati dall’ente…” e che “non vi sono contratti di servizi stipulati con gli organismi partecipati, presupposto basilare per attuare la procedura di riequilibrio”.

L’amministrazione Accorinti sa perfettamente che questa è l’ultima chance a propria disposizione per far arrivare in riva allo Stretto le risorse stanziate dal Governo nel Fondo di rotazione nazionale: un prestito di circa 50 milioni di euro da restituire in 10 anni, che potrebbe aiutare il Comune di Messina a risalire dalle sabbie mobili del pre-dissesto, in cui in questo momento si trova impantanato. Per non sciupare l’opportunità di modificare il Piano , concessa sia da una recente normativa sia dalla Corte dei conti, e sperare ancora di potersi aggrappare al “salva-comuni” l’amministrazione comune ha pensato a questo gruppo di lavoro.

Intanto, l’assessore al bilancio e vice-sindaco, Guido Signorino, fa sapere che la presentazione del piano avverrà dopo il 30 novembre, termine ultimo che lui stesso aveva auspicato ed annunciato nelle settimane scorse. Resta soprattutto da colmare quel vuoto di 150 milioni di euro, rimasto “in eredità” a questa amministrazione a causa del fallimento della Convenzione tra l’Amam ed il Comune che, nella precedente versione del documento di risanamento, prevedeva l’erogazione da parte della società che gestisce il servizio idrico in città di 15 milioni di euro l’anno. L’amministrazione sta lavorando per tentare di siglare una Convenzione con l’Italgas, per la distribuzione del gas, ma è ancora tutto in itinere, per cui servirà più tempo. Probabilmente di tutto il tempo a disposizione, che scadrà il 30 gennaio 2014, cioè dopo i 60 giorni concessi all’amministrazione dalla presentazione della relazione di inizio mandato, che dovrà essere depositata non oltre il 30 novembre.

Entro quella data – secondo quanto dichiarato da Signorino- sarà pronto anche il bilancio preventivo 2013 , che lo scorso anno è arrivato in Aula il 31 dicembre , a poche ore dal cenone. Se tutto va bene, quest’anno il documento contabile potrebbe approdare in Consiglio Comunale tra l’Immacolata e la vigilia di Natale . Nel frattempo, si attende ancora l’approvazione del bilancio consuntivo 2012, attualmente al vaglio del Collegio dei revisori dei conti. (Danila La Torre)