Da Messina il grido di Cgil, Cisl e Uil: “No alle politiche che stanno affamando il mondo del lavoro”. FOTO

No alle iniquità, no al disagio, no alle politiche che stanno uccidendo un mondo in cui i giovani non hanno più neanche la speranza di trovare un lavoro e gli anziani sono sempre più poveri. No all’attuale sistema pensionistico che ha solo impoverito la gente comune senza creare alcun beneficio alla collettività. Sì ai diritti. Contro un governo regionale che è un governo delle barzellette ed è un governo che ha affamato ancora di più questa terra così come coloro che i amministrano stanno affamando questo territorio senza rendersi conto che i problemi quotidiani li viviamo noi cittadini sulle nostre spalle, contro chi continua a massacrare la possibilità di avere una prospettiva. Da Messina si è levato alto il grido di dolore e la rabbia di un territorio che non si vuole rassegnare e che oggi urla “noi ci siamo”. Nelle parole del segretario della Cisl Tonino Genovese tutte le motivazioni che oggi hanno portato Cgil, Cisl e Uil in piazza. Per dimostrare che la piazza c’è, che la gente è stanca, che i lavoratori sono pronti a unirsi per combattere un sistema che continua a garantire i pochi rinchiusi nelle torri d’avorio a danno di migliaia di giovani, padri e madri di famiglia, anziani.

Per i sindacati in 4 mila oggi sono scesi in piazza per la grande mobilitazione. Nella piazza antistante il teatro Vittorio Emanuele con il concentramento di lavoratori, pensionati e cittadini, il comizio dei segretari di Cgil e Cisl Messina, Lillo Oceano e Tonino Genovese con l’intervento conclusivo del segretario regionale della Uil, Claudio Barone. A seguire il corteo ha attraversato la via Garibaldi fino a piazza Unione Europea per poi raggiungere la Prefettura, dove i rappresentanti dei sindacati consegneranno la piattaforma unitaria con le richieste per pensioni dignitose, flessibilità e rispetto per fatica e lavori diversi.

La piattaforma unitaria, approvata dagli esecutivi nazionali di Cgil, Cisl e Uil, chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all'attesa di vita.

F.St.