Sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro

Si è svolta questa mattina, presso il Padiglione ex-Irrera a Mare della Fiera di Messina, su organizzazione dell’ASP – Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, una delle “giornate regionali della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” come previsto dalle iniziative della “Campagna Regionale di Comunicazione e Promozione della Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro”.
Il Piano Regionale Straordinario per la Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro 2010-2012 attuato dalla Regione Sicilia, ha come obiettivo primario il raggiungimento di più elevati standard di sicurezza sul lavoro, l’innovazione delle azioni nel settore che verranno affidate alle Aziende Sanitarie Provinciali. Con questo piano, la Regione Sicilia, implementando le risorse a disposizione, intende operare una trasformazione nei contenuti e nelle metodologie attivate con l’ottica di destinare sempre più risorse a iniziative che promuovano il benessere sul luogo di lavoro e che mettano il lavoratore al centro del sistema di prevenzione protezione, riconoscendone il valore imprescindibile per il benessere dell’impresa. Le azioni si sviluppano in tre specifici piani mirati di prevenzione; Piano mirato di Prevenzione Edilizia (PRE), Piano mirato di Prevenzione in Agricoltura (PRA), Piano mirato per l’emersione delle Malattie Professionali (MalProf), la cui realizzazione è affidata agli S.PRE.S.A.L. (Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) delle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) con il coordinamento del Servizio 3 “Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” del Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato Regionale della salute (DASOE).

In Italia ed in Sicilia, tuttavia, l’attuazione del modello di sicurezza, risulta fortemente in ritardo, considerando i primi atti legislativi in materia dei paesi nel Common Low risalenti al 1906, ed osservando il decreto legislativo 231 inerente la “responsabilità da reato delle persone giuridiche” risalente al 2001. Incentivazione per le imprese al rispetto delle regole, formazione degli operatori alla sicurezza sul lavoro ed innovazione, eviterebbero che il sistema economico risulti poco affidabile e quindi meno attrattivo per gli investimenti. L’attuazione delle norme vigenti in materia prevede quindi anche la responsabilità di omicidio colposo dei rappresentanti legali nei casi delle morti sui luoghi di lavoro e la neutralizzazione del vantaggio economico diretto o indiretto dovuto all’impresa che entra sul mercato violando le norme sulla sicurezza sul lavoro; significativo l’esempio del caso Thyssenkrupp, dove la sentenza ha riconosciuto la responsabilità dolosa del datore di lavoro con provvedimenti quali pesanti sanzioni economiche, divieto di pubblicazione dei propri prodotti e cessazione dei rapporti con la pubblica amministrazione.

Significativa l’esperienza del CPT di Torino che ha rilevato su circa 2500 cantieri della provincia piemontese ben il 70% dei luoghi di lavoro in violazione e disapplicazione delle norme di sicurezza. Tramite impegno in attività di ricerca, assistenza ed interventi nei cantieri, al secondo controllo, il CPT ha registrato che le indicazioni di sicurezza sono state seguite al 97% dei casi. Seguite attività di formazione ed informazione per 8 ore annuali ad ogni lavoratore, ambulanze sui cantieri di lavoro 24 ore su 24 che hanno consentito di svolgere anche la funzione di catalogare in una raccolta dati, i tipi di infortunio più frequenti ai danni dei lavoratori. Per motivi giuridici, però, furono bloccate le attività di assistenza alla sicurezza sul lavoro, constatando oggettivamente che dopo la fine delle attività, le condizioni dei cantieri sono peggiorate.
Argomento conclusivo della giornata, lo “stress lavoro correlato” visto come risultato finale di un determinato contesto economico, politico e sociale basato su instabilità, precarietà e maggiori sacrifici pur di non perdere il posto di lavoro; “stress” responsabile fra le prime cause di assenza di lavoro, andando poi a tramutarsi anche in maggiori costi per le aziende. La legislazione prevede l’obbligo di valutazione dei rischi e dello stress lavoro correlato, non tramite sanzioni, ma attraverso la volontà di diffusione della prevenzione, osservazione dell’organizzazione di lavoro, dell’ambiente lavorativo e delle condizioni personali e situazioni soggettive del lavoratore. (Giosè Venuto)

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