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Coronavirus, 4 sindacati in stato d’agitazione: “Esodo nello Stretto continua”

L’esodo nello Stretto continua, nonostante i decreti, nonostante le proteste e le denunce. Ma la situazione, come più volte denunciata dai sindacati, mette a rischio la Sicilia e i marittimi dello stretto. Due casi di positività al Covid19 negli equipaggi, oltre 30 lavoratori in quarantena in attesa di tampone. Dopo i numerosi appelli rimasti inascoltati CISL-ORSA-FAISA-UGL e FAST dichiarano lo stato di agitazione.

Intollerabile deregulation

Nonostante le ripetute denunce pervenute da ogni versante, persiste un consistente, quanto anomalo, flusso incontrollato di viaggiatori che imbarcano nei traghetti verso la Sicilia- scrivono D’Amico, Sturiale, Sciotto, Sposito, Di Mento in una nota unitaria- Agli imbarchi nei porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria, nonché allo sbarco nell’approdo siciliano, sono totalmente disattesi i controlli e le norme sanitarie in prevenzione di contagio da COVID-19.

Equipaggi contagiati e a rischio

La superficialità con cui le istituzioni territoriali si approcciano al giornaliero esodo verso la Sicilia, espone a rischio contagio i lavoratori marittimi a diretto contatto con viaggiatori di cui non si conosce lo stato di salute. Fra i marittimi si registrano casi di positività al coronavirus, interi equipaggi messi in quarantena e sottoposti a tampone, i contagi in meridione aumentano in modo allarmante ma nello specchio di mare, porta della Sicilia, si conferma una intollerabile deregulation

Da queste premesse i sindacati hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione di tutti i marittimi e ferrovieri marittimi operanti nell’area dello Stretto di Messina.