Certo che m'arrabbio

Coronavirus, diario di bordo dal Feudo: lo Statuto Catenino e le truppe della paura

Caro diario il prolungarsi della quarantena sta facendo uscire il peggio di noi e sta facendo precipitare Messina nel Medioevo.

O cieca fede oppure odio cieco

Dai Guelfi e Ghibellini dell’era accorintiana quando la differenza tra il bene e il male era la via dei Mille, siamo passati alle guerre tra tribù a colpi di clava tra deluchiani ed antideluchiani. Non esiste via di mezzo: o hai una fede cieca o hai un odio cieco uguale e contrario. Il rito d’iniziazione per far parte del club del “sinnico” è un test acustico. Se riesci a urlare per un 28 minuti di fila senza respirare è fatta. Diventi capo fan club. Per le truppe antideluchiane il rito d’affiliazione è una prova di velocità. Devi riuscire in un’ora a scrivere più post possibili contro De Luca. Se ci aggiungi anche dotte citazioni giuridiche o sociologiche sei promosso sul campo capo area. Col passare delle settimane ci stiamo anche abituando a questa guerra barbarica tra fazioni. Ma le cose stanno peggiorando.

La delazione al “sinnico”

In campo è entrato l’esercito della paura, i cecchini di entrambe le tribù appostati agli angoli delle strade. Si nascondono dietro la finestra armati di telefonino e ti sparano addosso se esci a gettare la spazzatura o comprare un libro (trasgressione peraltro assai rara a Messina). Scatta la delazione al sinnico oppure la lapidazione facebucchiana. La cosa strana è il criterio. Il soldato della paura pensa che lui sia in diritto di uscire perché HA MATEMATICAMENTE motivazioni valide. Ma se esce e vede altre persone come lui in fila al supermercato, da Bernava, al panificio, visto che ormai usciamo come i primitivi dalle grotte solo per procurarci frutti della caccia, della pesca e della terra, allora impazzisce. Scrive al Tribunale dell’Inquisizione, che è la pagina facebook del sindaco, e lui manda i droni.

L’altro è un nemico

Pare che stia studiando un metodo per mandare i droni anche nei nostri pensieri, nei nostri sogni. Io sono a rischio arresto. Sogno il mio parrucchiere persino durante la pennichella del pomeriggio. Ci siamo talmente imbarbariti che nell’altro da noi vediamo o un furbo della Family card, o un untore, o comunque una categoria negativa. Un signore è stato multato perché ha portato il mangiare al suo cane a due giorni di distanza e secondo i tutori dell’ordine sarebbe dovuto andare a nutrirlo solo una volta a settimana. Viviamo nella paura dell’altro che è diventato NEMICO per il solo fatto di essere “altro da me”.

A spasso nel tempo… e nel feudo

Siamo andati a spasso, ma non nello spazio, quanto nel tempo. Sembra di essere piombati nel FEUDALESIMO quando vigeva un sistema gerarchico ma per il quale il proprietario del feudo, nel suo territorio poteva fare quello che gli pare. Era lui signore e padrone di persone, anime e cose. Se il signore feudale voleva mettere la tassa sul prezzemolo e il signore del feudo accanto sulle patate lo poteva fare. Mia sorella vive a Saponara marittima in uno stretto lembo di terra senza negozi ma non può mettere piede a Rometta per nessun motivo, neanche comprare il pane perché vige l’assoluto divieto (un po’ come se io vietassi a mio marito di passare dal salotto alla cucina). Lo Stretto di Messina si è trasformato nello STIGE.

Il vuoto della politica

Mai come in queste ultime settimane ho avvertito, con angoscia, il VUOTO DELLA POLITICA. Sì il vuoto della POLITICA intorno al sindaco che ovviamente se ne approfitta. E’ inutile che lo accusiate di fare campagna elettorale. E’ naturale che la fa visto che VOI SIETE SCOMPARSI. Ormai la sera facciamo come durante le guerre quando si ascoltava la radio. Adesso, quasi un secolo dopo, guardiamo la diretta facebook del sindaco.

Le dirette dell’Inquisizione

Non si sa per quale bizzarro motivo però De Luca si è convinto che i messinesi siano un popolo selvaggio allo stato brado da civilizzare. Inoltre ritiene che ci debba spiegare le cose come ai bambini, sillabando, ripetendole 10 volte come fanno i Teletabbies. E poi ripeterle gridando. Non si capisce perché pensa che spaventandoci a morte e trasformandosi in Jack Nicholson dovremmo capire meglio il concetto. Le dirette sono diventate un mix tra fonte di giurisprudenza (come quando decide in base ai messaggi che riceve chi deve aprire e chi deve restare chiuso) e udienze del Tribunale della Santa Inquisizione. A turno c’è qualcuno destinato al rogo. Dalla A di “A cu pigghiu pigghiu” alla V del vecchietto di 80 anni tornato dal nord alla casa al mare che forse vedrà per l’ultima volta nella sua vita. Il vecchietto è stato trattato come se fosse uno dell’Isis pronto a far esplodere il pilone. Non morirà di coronavirus ma linciato a sassate e sputi dai vicini di casa. Ogni giorno un nuovo nemico da gettare in pasto ai leoni da tastiera ed all’immaginario collettivo recluso in casa quindi ormai senza più un briciolo di lucidità.

Lo Statuto Catenino

Nel vuoto della politica De Luca sta scrivendo la Costituzione dello Stretto. Poiché però la Costituzione, come si sa, è stata democraticamente votata, lui ha optato per l’ipotesi Statuto Albertino, che è ottriato, ovvero “concesso” dal sovrano. E sta redigendo lo Statuto Catenino. Tra i primi punti c’è l’abolizione del Consiglio comunale (che comunque nei fatti non esiste più dal 10 marzo se non su facebook) e della deputazione in vario ordine e grado. Le votazioni si fanno su facebook con due opzioni: bravissimo sindaco, oppure bravo sindaco (ma questa opzione in realtà è suscettibile di multa).

Abrogato il MA

Saranno abrogate alcune parole. La prima è l’avversativo MA. Sarà vietato usarlo nei commenti all’operato dell’amministrazione. Non puoi dire “meravigliosa azione, virgola MA”. Devi usare solo la prima parte. Abolita la parola pacatezza. E condivisione. Con lo Statuto Catenino non esiste suddivisione dei poteri perché sono tutti nella stessa persona, persino, da Pasqua e a furor di popolo, quello religioso.

Il sonno della ragione

Caro diario, non mi preoccupano le diverse versioni del sindaco, se quello in vestaglia o in accappatoio. A me, più di ogni altra cosa, spaventano i suoi fan che, se per caso lui apparisse vestito da Napoleone e dichiarasse guerra alla Russia, ci crederebbero. Quel che temo è che la democrazia sospesa diventi un “vizio”, un’affezione, un innamoramento. Ci sono diritti insopprimibili e l’avvicinarsi del 25 aprile, festa della liberazione, ci ricorda che la nostra libertà non è una concessione e non dipende da un like su facebook. Recuperiamo buon senso e ragione. Il sonno della ragione, si sa, genera mostri.