Certo che m'arrabbio

Coronavirus, diario di bordo. Waiting for il 4 maggio e il ritorno della Politica

Da oggi inizia il countdown verso il 4 maggio. Ognuno ha nel cuore un sogno, chi vuol andare oltre i 100 metri senza essere beccato dai droni, chi non vede l’ora di riabbracciare la fidanzata che abita dalla parte opposta alla sua, chi di avere la possibilità di RIALZARSI. Ma il premier ha spento sul nascere qualsiasi speranza, annunciando una fase 2 che è una fase 1 in replay, scatenando malumori e facendo pendere pericolosamente la bilancia a favore del Nord.

Per tanti è l’inizio della vita

Alzare la saracinesca per tanti è la differenza tra la vita e la morte. L’Italia non è un Paese di dipendenti pubblici e la vera spina dorsale è fatta da piccoli e medi imprenditori, liberi professionisti, partite Iva, autonomi, esercenti. Se non hai un supermercato di fatto sei stato una vittima vivente del coronavirus. Quindi sì, per tanti la riapertura è l’inizio della vita, quella che li vedrà rimboccarsi le maniche per sopravvivere.

Politica: l’arte della scelta

Ma all’orizzonte del calendario non si vede invece la fase 2 della politica. O meglio, il ritorno della politica, che è l’arte della scelta. In due mesi di quarantena la politica è lentamente scomparsa, si è trincerata dietro l’ampio ombrello della scienza. Così come troppo spesso quando in Italia si tratta di fare scelte dolorose spuntano i governi tecnici, vince la tecnocrazia. Il ricordo di Monti e Fornero resta nella nostra carne indelebile. In quel caso è stato usato l’ombrello dell’economia e della finanza.  Il rischio è sconfinare nella dittature della tecnica.

La politica si è nascosta

La fase 1 della pandemia ha visto la sospensione della democrazia ma soprattutto l’abdicazione della politica. Scelte dolorose, poiché non si aveva il coraggio, sono state prese con l’ombrello della scienza. Conte si è nascosto dietro il pool di medici e scienziati. Il bollettino quotidiano e le quotidiane dichiarazioni di virologi, epidemiologi a reti unificate hanno preso il posto della politica. Però a un certo punto bisogna decidere. Finita la fase rossa il Paese deve rialzarsi e per farlo ci vuole il ritorno della Politica, senza alibi, senza ombrelli. In Sicilia abbiamo eletto Musumeci per essere governati da lui. Io devo essere libera di contestare le sue decisioni politiche o plaudirle se le ritengo giuste o sbagliate.

L’ombrello della scienza

Spostare il baricentro dalla politica alla scienza pone il cittadino nella posizione di non poter criticare le decisioni di chi lo governa o amministra. “Eh, ma non lo dico io, lo dice X”. Non è una risposta degna di chi deve invece assumersi, totalmente, la responsabilità delle sue azioni. E le sue azioni, poiché sono politiche, devono poter essere contestabili o meno. Vale per Musumeci come per De Luca come per Conte. L’azzeramento degli altri organismi elettivi, che sono invece più rappresentativi dei governi, è pericoloso. E’ bene che chi finora è rimasto fuori dalle decisioni, rientri.

Non uccidete il nostro futuro

La vita di una comunità è complessa e uccidere ad esempio, il mondo della cultura e dell’arte, senza sapere neanche come funziona, arrivare a ipotizzare regole da fantascienza, è da criminali. Se l’obiettivo è uccidere la classe media e piccola, quella degli artigiani, degli esercenti, dei liberi professionisti, allora lo si faccia apertamente, politicamente, senza trincerarsi dietro i medici. Pensare di non mandare più a scuola i nostri figli (perché è evidente anche a un palo della luce che la didattica on line ha più buchi del mio colapasta) equivale ad uccidere il futuro. Pensare che i 60enni possano stare a casa per decreto (oltre ad essere anticostituzionale) è semplicemente assurdo.

La fase 2 una finzione

La fase 2 annunciata ieri da Conte è una Fase 1 bis, che consente alle attitività industriali del nord che non avevano ancora riaperto (molte non hanno mai chiuso) di aprire, ma lascia tutti i settori vitali per il sud CHIUSI. Rinvia al 18 e poi all’ 1 giugno un intero tessuto economico che rischia di morire. Già nelle prossime ore sta esplodendo la protesta di alcuni settori, e l’auspicio è che i governatori delle Regioni del Sud si facciano sentire. Non possiamo essere sempre sacrificati agli interessi del Nord. Se si ha paura per la Lombardia, che ha il contagio ancora elevato, la si lasci chiusa, ma non possiamo essere noi a pagare per tutti in un PERENNE SILENZIO DEL PARLAMENTO di fronte ad un governo che ormai fa tutto da solo. Al sud ci resta la corsetta……

E’ la Politica che ha ricostruito

Io aspetto il 4 maggio non per andare in giro a fare l’untore o assembramenti, ma per tornare ad essere umana e abbracciare i miei cari, fare un bagno a mare senza il plexiglass. Voglio camminare fino a Piazza Cairoli e riscoprire quanto amo Messina. Ma più di ogni altra cosa mi piacerebbe si tornasse a parlare di POLITICA, che è nobile, che è alta, che è fatta di ideali. E’ stata la POLITICA, le scelte politiche a RICOSTRUIRE L’ITALIA DOPO LE GUERRE. E’ stata quella bellissima cosa che scorre nelle vene e che può essere di destra, di sinistra, di centro, ma è sempre al servizio dei cittadini.

Yes, we can. Yes we want

La Polis degli ateniesi, la civiltà fatta di dibattiti, di appassionate dichiarazioni, di meravigliosi sogni. E’ il Yes, we can di Obama, l’indimenticabile “Non chiederti cosa può fare l’America per te ma cosa puoi fare tu per l’America” di John Kennedy , sono stati i nostri Padri Costituenti.

Le scelte col cuore cambiano

Sono le scelte prese con il cuore in mano a cambiare il Paese. Ecco io non vedo l’ora di sentire un discorso politico, che parli al mio futuro ed a quello di mio figlio, che mi dica che l’altro non è l’untore e che il virus non si contagia col pensiero. Voglio ascoltare quali progetti ci sono per ricostruire il tessuto sociale e umano e produttivo e SCEGLIERE quale è più affine al mio. Litigare con chi la pensa in modo diverso da me e trovare un punto d’incontro. Voglio il CONFRONTO. IL DIALOGO. Questa è la politica. Tutto il resto, sia esso tecnico, economico, scientifico, rischia di sfociare nella tirannia, in una teocrazia che al posto di un dio mette la scienza.

Governo, non tirannia

Anzi, un gruppo particolare di medici che magari non rappresenta l’intero mondo scientifico. Io voglio essere GOVERNATA E AMMINISTRATA DA CHI HO VOTATO, per avere il sacrosanto diritto a contestarlo o ad applaudirlo e a rivotarlo o non votarlo mai più. Ridatemi la politica. Finora, purtroppo, non ne ho vista. E inizio ad essere terrorizzata da una democrazia sospesa che sta diventando sempre più invadente.

Ricordo al premier ed ai medici al governo che la Costituzione dedica la prima parte ai diritti INVIOLABILI (domicilio compreso). Innamorarsi del potere è pericoloso, soprattutto per il popolo che subisce.