Coronavirus

Coronavirus. La protesta dei mercatali al Mandalari: “Stiamo morendo di fame, le nostre richieste inascoltate”

“La vita è ripresa, cerchiamo di approssimarci alla normalità, tutto sta riaprendo, perfino le sale da ballo, ma a noi è ancora proibito riaprire il nostro mercatino!”.

Sono le parole di Rosario Iannelli, voce di tutti i mercatisti hobbisti (coloro i quali vendono nei mercatini creazioni originali fatte a mano) e di vendita dell’usato. Dopo il lockdown originato dall’emergenza Covid, resta ancora per loro impossibile riprendere la propria attività.

La protesta

“Nonostante le nuove ordinanze del Presidente del Consiglio, che permettono l’apertura di mercatini e fiere, e di quella della Regione Sicilia a nome del Presidente Musumeci, fino ad oggi l’assessore al ramo non vuole riaprire il mercatino che tenevamo ogni domenica nello spazio dell’ex Mandalari. Ci siamo recati da lui più volte, prima abbiamo ricevuto l’illusione di una prossima apertura, dopo siamo stati totalmente ignorati” spiegano.

Per questo motivo, un nutrito gruppo di mercatisti occuperà quello spazio, la cui entrata di 5 euro per ogni settimana è stata già pagata, da chi per due mesi, da chi addirittura per un anno, in segno di protesta domenica 21 giugno alle ore 6. L’obiettivo è semplicemente quello di essere ascoltati ed impellente il bisogno di riuscirci. “Rispettando le misure di sicurezza e occupando i posti senza aprire ovviamente, staremo lì a protestare anche a nome della vasta clientela che ci richiede, siamo pronti ad avere sequestrati i mezzi e ricevere multe salate come hanno minacciato di fare, ma pretendiamo attenzione verso le nostre richieste. Stiamo morendo di fame”.

Chiedono di poter, anche loro, finalmente, tornare a vivere.