Società

Coronavirus, l’arcivescovo di Messina: chiese aperte ma niente acquasanta e scambio di pace

MESSINA – Acquasantiere vuote, distribuzione dell’Eucarestia sotto la specie del Pane preferibilmente sulla mano dei fedeli e scambio della pace da evitare “con un contatto fisico”. Sono i suggerimenti e gli inviti dell’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, nella qualità di delegato della Conferenza episcopale siciliana per la Caritas e la pastorale della Salute “davanti al diffondersi del coronavirus”.

Il presule ha sottolineato che “allo stato attuale non è limitata alcuna iniziativa di culto”. Aggiungendo che “qualora le autorità civili dovessero disporre altrimenti, sarà nostra premura comunicarlo tempestivamente”. Queste le disposizioni della Chiesa siciliana prese di comune accordo con il presidente della Conferenza episcopale siciliana. Provvedimenti che fanno riferimento al comunicato della presidenza della Cei di lunedì.

“In particolare – conclude mons. Accolla – è necessario che ci si attenga alle disposizioni delle autorità civili e alle misure igieniche dei presidi sanitari”. Il coronavirus, quindi, cambierà qualche abitudine dei fedeli siciliani, senza stravolgere o limitare, almeno per il momento, le funzioni religiose. Come invece accaduto, nelle “zone rosse” del nord Italia. Le sante Messe, nella nostra regione, continueranno ad essere celebrate regolarmente. Solo qualche invito ad osservare disposizioni di natura igienica.