Cronaca

Coronavirus Sicilia. Troppo pochi vaccinati, torna l’incubo chiusure

Di seguito pubblichiamo una riflessione di Benny Bonaffini sulle rischiose conseguenze della limitata percentuale di vaccinati in Sicilia.

Da qualche giorno si paventa l’ipotesi che la Sicilia (insieme ad alcune altre regioni italiane) possa rientrare nella zona gialla. La conseguenza immediata è stata, ed è in queste ore, una crescente quantità di disdette da parte di molti turisti che avevano prenotato le vacanza in Sicilia.

I dati sulle vaccinazioni in Sicilia

Allo stesso tempo mi ha fatto molto pensare l’allegato all’Ordinanza del Presidente della Regione Sicilia n.75 del 7 luglio 2021 con i dati delle vaccinazioni effettuate in Sicilia fino al 29 giugno 2021.

Tranne la provincia di Siracusa che raggiunge l’82,60% della popolazione vaccinata, le altre province sono all’interno di un intervallo che trova il minimo nelle provincie di Catania (53,32%) e Messina (53,58%) ed il tetto nella provincia di Palermo (62,78%), nel mezzo Caltanisseta (56,56%), Ragusa (57,84%), Enna (58,56%) e Trapani (58,66%).

Scarica di seguito l’ordinanza del Presidente della Regione Sicilia


I vaccini ci sono

Si potrebbe pensare che il motivo di per cui in Sicilia la vaccinazione (ad esclusione dell’eccezione di Siracusa) abbia di pochi punti superato il 50% derivi dalla scarsezza dei vaccini. Sennonché nei giorni scorsi è stato avviato un OpenDay da parte della Regione, che si concluderà il prossimo 20 luglio.

Grazie a questa opportunità, chiunque, dai 12 anni in su, si può liberamente vaccinare. Così domenica 11 luglio ho accompagnato i miei figli all’hub istituito presso la Fiera di Messina dove ho contato, intorno mezzogiorno, la presenza di non più di poche decine di persone in fila a richiedere il vaccino.

Il rischio di nuove restrizioni

Quanto ho premesso mi costringe ad esternare tutta la mia preoccupazione derivante dalla combinazione delle circostanze della bassa adesione volontaria alla vaccinazione e dell’aumento dell’indice di contagio del COVID (compresa la variante Delta). La preoccupazione è che le Autorità di Governo (nazionale, regionale e comunale) possano adottare misure di restrizione alle attività produttive al fine di contenere il contagio. Le imprese infatti soltanto da poche settimane hanno ripreso a pieno le attività lavorative che, in Sicilia, trovano un eccezionale volano nella stagione estiva caratterizzata dalla presenza di fortissimi flussi turistici.

Chiudere ora le attività significherebbe celebrare il “de profundis” per migliaia di imprese, condannando gli imprenditori al fallimento ed i lavoratori alla disoccupazione.

Le autorità intervengano

Al contrario di tanti altri non ho soluzioni, seppur non mi manchino le idee (come tutti), e non voglio sostituirmi alle Istituzioni competenti e deputate a risolvere il problema. Ritengo soltanto che vada immediatamente fornita una controinformazione sul rischio di zona gialla per la Sicilia per evitare che uno Tsunami di disdette travolga gli operatori turistici siciliani, così come ritengo che altrettanto rapidamente vadano adottate soluzioni che non costringano ancora una volta le attività a chiudere. Mi aiuto con una metafora: è come se davanti ad una diffusa propensione dei cittadini a guidare l’auto senza partente, decidessimo di vietare la circolazione a tutta la popolazione.

Il rischio è il Caos

È il momento che le Istituzioni oltre che proteggere la salute dei cittadini decidano di proteggere anche le imprese, i lavoratori, gli imprenditori, e le loro famiglie. Non esiste alternativa, se non il Caos.

Benny Bonaffini – Presidente regionale FIEPET Confesercenti