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Corrado Manganaro: intervista a chi ha lottato da subito per la rinascita di Giampilieri

MESSINA- Il primo ottobre 2009 è una data che Messina non potrà mai dimenticare. Esattamente come quella del 28 dicembre 1908. 110 anni fa il terremoto che rase al suolo la città; 10 anni fa la violentissima alluvione che si abbatté su Giampilieri, Scaletta Zanclea, Altolia Molino e Briga , ma anche Santa Margherita, Pezzolo, Ponte Schiavo, Guidomandri, Itala.

37 vittime. Tutte trascinate via dal fango

Il ricordo di quella immane tragedia è impresso nella mente di tutti i messinesi: la pioggia torrenziale, le prime e frammentarie notizie che arrivavano dalla zona sud della città; il timore e poi purtroppo la certezza che oltre alla devastazione di intere porzioni di territorio ci fossero anche delle vittime. Trentasette alla fine, tra cui molti bambini e giovani. Tutte trascinate via dal fango.

Ferita al cuore di Messina

Dieci anni dopo il dolore per quelle morti ingiuste è rimasto lo stesso, perché quella ferita al cuore di Messina non potrà mai rimarginarsi del tutto. E’ così per tutti i messinesi, ma lo è ancor di più per gli abitanti di Giampilieri, e degli altri paesi colpiti, che quella tragedia l’hanno vista consumarsi sotto i propri occhi. Tra questi c’è Corrado Fulvio Manganaro, diventato da subito un punto di riferimento per le persone del luogo. Davanti alla catastrofe ambientale e alla perdita di 37 vite umane, Manganaro non si è lasciato sopraffare dallo sconforto e dall’angoscia e sin dai primi momenti ha lottato con tutta la forza ed il coraggio che aveva affinché Giampilieri potesse tornare ad avere un futuro, dando vita al “Comitato Salviamo Giampilieri”. In occasione del decimo anniversario dell’alluvione abbiamo quindi deciso di affidare alle sue parole il ricordo di quei momenti.

Intervista a Corrado Manganaro

D. Sono trascorsi 10 anni dalla terribile alluvione del 1.Ottobre 2009, che sensazione prova?

R. Provo sensazioni contrastanti: da una parte il pensiero va a quel disgraziato giorno, alle tante persone morte e alla devastazione del territorio; dall’altra provo molta soddisfazione per il completamento delle opere di messa in sicurezza, perché finalmente Giampilieri è un paese sicuro.

D. C’è un momento un momento di quella tragedia che non riesce proprio a cancellare dalla sua testa?

R: Ricordo tutto di quel giorno, ma la cosa che più è rimasta impressa nella memoria è quando abbiamo portato le salme nella scuola, che era stata adibita ad obitorio. Poi ovviamente non posso dimenticare le immagini del nostro paese completamente devastato; così come le mille riunioni con i cittadini e la grande partecipazione.

D: Com’è nata l’idea di costituire un Comitato?

R. L’idea del Comitato è nata perché in quel momento era palpabile la paura delle persone, che temevano che – come capita spesso in Italia – non si facesse nulla per la ricostruzione. Inoltre, in quel momento si parlava di realizzare una New Town e la gente di Giampilieri non ne voleva assolutamente sapere, per cui era necessario costituire un organismo che portasse avanti le istanze degli abitanti . La maggior parte dei residenti non voleva andare via, voleva restare lì e voleva vedere rinascere il proprio paese. Solo 20 famiglie hanno deciso di trasferirsi altrove, gli altri hanno desiderato da subito restare a vivere a Giampilieri

D. In questi 10 anni qual è la cosa che l’ha indispettita di più, se c’è?

R. La cosa che più ha indispettito in questi 10 anni è stata è stata l’accusa di abusivismo edilizio lanciata subito dopo la tragedia . Ho ancora stampata nella mia mente l’immagine copertina dello speciale di Bruno Vespa con la frase “La montagna degli abusivi”. Qui non c’era abusivismo, c’erano case costruite anticamente e quell’accusa fece molto male agli abitanti di Giampilieri.

D. C’è qualcosa invece che la ferisce oggi?

R. Sì, quando mi rendo conto che non è passato il messaggio che Giampilieri adesso un posto è sicuro. In questo modo arreca un danno sia alle persone che vivono qui, sia all’immagine del paese ed anche a chi ha lavorato alle opere di messa in sicurezza.

D. Se pensa a quel 1.ottobre 2009 e ai mesi e agli anni successivi sente di dover dire grazie a qualcuno?

R. Voglio dire grazie all’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo, perché ci è stato molto vicino sin da subito; ha trovato le somme necessarie per la messa in sicurezza; ha messo in piedi una struttura commissariale efficiente; è stato presente a tutte le iniziative; e non si è mai dimenticato di far recapitare regali per i nostri bambini a Natale e a Pasqua. Voglio ringraziare anche l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, perché anche lui ha dimostrato grande sensibilità e vicinanza.

Entrambi riceveranno una medaglia per il loro impegno durante le commemorazioni in programma oggi a Giampilieri

D. Oggi consiglierebbe di venire ad abitare a Giampilieri?

R. Sì, perché finalmente viviamo in un posto sicuro

Danila La Torre