Cronaca

Corruzione a Messina, 11 arresti. Le tangenti al Genio Civile e la talpa in Procura

MESSINA – C’è il noto imprenditore edile Giuseppe Micali al centro dell’operazione Ottavo Cerchio, fatta scattare all’alba di stamani dalla Squadra Mobile di Messina con undici arresti, di cui tre in carcere e otto ai domiciliari. Il nome fa riferimento alla “Divina Commedia”, dove sono puniti i peccatori che usarono la malizia in modo fraudolento contro chi non si fida.

L’imprenditore avrebbe messo in piedi un sistema di corruzione per assicurarsi appalti dal Genio Civile a Messina e Trapani. In un caso sarebbe stato intercettato a proporre al funzionario Felice D’Agostino, anche lui coinvolto nel blitz, di stipulare un patto duraturo. Per ogni gara che gli avrebbe assicurato, il funzionario avrebbe intascato una mazzetta da duemila euro.

La Squadra Mobile ha avviato le indagini a capodanno 2019, quando una tabaccheria era stata colpita da alcuni colpi di arma da fuoco. Sembrava un segnale intimidatorio verso i titolari, con possibile intento estorsivo. Venne fuori tutt’altra storia. Intercettati, in quel caso, due nomi noti della criminalità cittadina: Antonio Bonaffini, detto Ninetta, e Marcello Tavilla, che si era reinventato architetto e curava alcune pratiche per Micali.

Le intercettazioni hanno registrato le tangenti durante le conversazioni degli indagati, svelando anche il ruolo di un autista in servizio presso la Dda di Messina, Angelo Parialò, “talpa” di Tavilla. In cambio di favori, tra cui un soggiorno in albergo, l’avrebbe messo al corrente di notizie su indagini riservate sul suo conto. In corso di esecuzione anche il sequestro preventivo del complesso di beni e utilità economiche di una società commerciale.

Micali, Bonaffini e Tavilla vanno in carcere. Ai domiciliari, invece, oltre a Parialò e D’Agostino, anche Pietro Ferrante, Cinzia Fiorentino, Giovanna Francalanza, Giuseppe Frigione, Giorgio Muscolino e Giancarlo Teresi.