Matassa, scarcerato Pernicone. I riflessi sul capitolo elettorale del processo

Esce dal carcere l’imprenditore Angelo Pernicone, arrestato nell’ambito dell’operazione Matassa, che nella primavera del 2016 ha acceso i riflettori sulle

regionali 2012 e sulle Politiche del febbraio 2013, con ipotesi di reato per voto di

scambio e corruzione elettorale.

Per quell’inchiesta è stato arrestato l’allora consigliere comunale Paolo David e sono finiti a processo anche il parlamentare di Forza Italia Francantonio Genovese ed il cognato Franco Rinaldi, ex deputato regionale.

Stando all’inchiesta Pernicone (attivo nel mondo delle cooperative) per conto del consigliere comunale Paolo David, avrebbe sostenuto la candidatura di Rinaldi alle Regionali del 2012.

Secondo quanto scriveva nel 2016 il gip Arena, la « ricerca di voti è stata il frutto di una reiterata attività di corruzione elettorale». Angelo PERNICONE sarebbe «risultato il principale canale di “smistamento” di buste contenenti generi alimentari, e non solo, in favore dei “promittenti elettori”».

A Pernicone, assistito dagli avvocati Sandro Billè e Salvatore Silvestro, è stata concessa la libertà perché nel frattempo è diventata definitiva la condanna a suo carico, per corruzione elettorale e associazione mafiosa. Il primo reato era stato contestato a Pernicone in concorso con David, Genovese e Rinaldi.

L’attuale deputato di Forza Italia e l’ex deputato regionale (che insieme sono già stati condannati in primo grado nel processo Corsi d’oro), sono a processo per l’operazione Matassa e si troveranno a dover affrontare le udienze con un’ipotesi d’accusa già provata in altro procedimento (la condanna di Pernicone).

Alessandra Serio