Acr Messina: 1000 abbonamenti in 20 giorni. Ma ora c’è l’ultimo miglio

Quota MILLE in VENTI giorni. C’è l’ultimo miglio da percorrere entro il 30 giugno tra ostacoli e incertezze, speranze e delusioni.

Mille abbonamenti sono tanti se pensiamo che stiamo parlando di una città come Messina, ma non bastano se l’operazione salvezza resta circoscritta alla tifoseria e ad un gruppo di messinesi che non si vogliono arrendere alla sconfitta, quella dettata dalla rassegnazione.

E’ una corsa contro il tempo.

Il termine per l’iscrizione al campionato è il 30 giugno (se non si arriva in tempo si può fare ricorso entro il 14 luglio, ma costerebbe in termini di sanzione ed anche di futura penalizzazione). Nel frattempo, prima, ci sono altre tappe, altri scogli.

Entro lunedì 26 devono essere pagati gli stipendi arretrati (in totale 5 mesi) ai giocatori. Domani la società incontrerà i calciatori per cercare di trovare soluzioni caso per caso e completare gli adempimenti entro lunedì. Il saldo degli emolumenti è tappa fondamentale per arrivare con le carte in regola all’appuntamento del 30 giugno. A seguire ci sono gli obblighi relativi alla tassa d’iscrizione ed alla fidejussione.

Una “tegola” caduta all’improvviso è la “marcia indietro” di un gruppo imprenditoriale che aveva annunciato di voler essere main sponsor dell’Acr e che invece ha optato per una sponsorizzazione. Non è il primo caso ma mentre da parte delle istituzioni, compreso il Comune che grazie all'amministrazione Accorinti darà una concessione annuale per consentire di giocare al Celeste la prossima stagione, le "defezioni" riguardano la componente imprenditoriale.

La strada continua ad essere tutta in salita e soprattutto (e purtroppo) solitaria.

All’appello finora a mancare sono gli imprenditori o quei gruppi che possono dare quella spinta propulsiva ad una società che vuol provare a cambiare le cose. C’è chi sta provando a gettare il cuore oltre l’ostacolo anche se l’ostacolo è ogni volta sempre più grosso.

Ma Proto e i suoi non si arrendono.

Solo chi si arrende perde.

Rosaria Brancato