L’amministrazione Accorinti presenterà il suo piano di riequilibrio. Ore contate per evitare il dissesto

Il confronto in conferenza dei capigruppo non è bastato a sbrogliare definitivamente la matassa, la soluzione per evitare il dissesto del Comune è stata rinviata alle prossime ore. L’ipotesi di portare in Aula il vecchio Piano di riequilibrio è naufragata per via del parere negativo del Collegio dei revisori dei conti. Durante ed il faccia a faccia con i consiglieri comunali, durato più di tre ore, il vice-sindaco ed assessore al bilancio Guido Signorino si è quindi impegnato a presentare entro stasera e a depositare agli atti del Consiglio Comunale il nuovo Piano di riequilibrio che, ha assicurato l’esponente di giunta uscendo dall’incontro con i rappresentanti del Civico Consesso, sarà «concreto, valido e riporterà la reale quota debitoria di Palazzo Zanca».

L’amministrazione sembra dunque cambiare percorso ma non la meta finale, che resta la bocciatura del Piano, in modo da poter accedere al comma 573 della legge di stabilità, ottenendo la proroga di 60 giorni, e soprattutto tentare l’aggancio al Decreto- legge 35. Se però riferendosi al vecchio piano di riequilibrio, quello targato Croce, Signorino non aveva remore ad affermare e a scrivere nero su bianco in note protocollate che l’amministrazione chiedeva la bocciatura, in questo caso si mantiene cauto e semplicemente afferma: «Chiederemo al Consiglio di votarlo», guardandosi bene dal dare un’indicazione che poi gli si potrebbe ritorcere contro dinanzi alla Corte dei Conti.

Nelle prossime ore, dunque, il Piano decennale di riequilibrio targato Accorinti dovrebbe essere trasmesso al Collegio dei revisori dei conti, chiamati ad esprimere parere obbligatorio ma non vincolante. I consiglieri comunali, compresi quelli di “Cambiamo Messina dal Basso” hanno già fatto sapere che in Aula voteranno in base ai pareri tecnici apposti al Piano, oltre a quello dei revisori è previsto per legge anche quello del ragioniere generale Antonino Cama.

C’è da scommettere che, alla fine, i pareri tecnici saranno negativi, anche perché è difficile ipotizzare che in poche ore l’amministrazione Accorinti trovi la copertura finanziaria al buco da 145 milioni di euro lasciati dalla bocciatura del Contratto con l’Amam, altrimenti il piano sarebbe già stato presentato prima, senza la necessità di intraprendere strade alternative ed impervie. E’ sin troppo evidente che il nuovo escamotage individuato dall’amministrazione è l’ultimo disperato tentativo di trovare un accordo con il Consiglio Comunale, la cui collaborazione è necessaria per provare a salvare Palazzo Zanca dal dissesto finanziario. Ancora una volta, si arriva con l’acqua alla gola. (Danila La Torre)