Caso Genovese, il CLUB chiede alla Boldrini il voto telematico per l’onorevole

Mentre il processo “Corsi d’oro” va avanti ed è stato rinviato all’8 febbraio per sentire il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’imputato/deputato Francantonio Genovese collezione batoste dalla Procura, da un lato, e qualche voce a suo sostegno dall’altro. In particolare stavolta è un’associazione di consumatori a dire la propria, chiedendo all’Onorevole Laura Boldrini, presidente della Camera, di consentire al parlamentare messinese di esercitare il diritto di voto parlamentare attraverso forme alternative alla presenza in aula, per esempio con il voto telematico. L’associazione si chiama Club ed è presieduta dall’avvocato Valentino Gullino.

Genovese, lo ricordiamo, ha l’obbligo di dimora a Messina, e malgrado la richiesta del difensore il giudice gli ha negato la possibilità di avere un permesso che gli consentisse di recarsi a Roma per i lavori parlamentari (leggi qui)

Ecco la lettera, di seguito:

Presidente, la nostra Associazione da sempre attenta all’evoluzioni normative e legislative a tutela del diritto e dei cittadini, sente la necessità, a seguito di palesi perplessità sull’impossibilità del Parlamento italiano ad espletare le proprie attività più importanti col costituzionalmente previsto plenum, di rappresentarle quanto segue.

Sono passati alcuni giorni dall'approvazione del disegno di legge di riforma costituzionale (C. 2613-B), che per l'importanza rivestita, dovrà essere riesaminata da entrambe le camere del Parlamento, così come previsto dall'art 138 cost., Dunque, la Camera dei Deputati, doveva essere affollata in ogni ordine di posto, viceversa, ne risultano assenti 64, fra questi anche l'Onorevole Francantonio Genovese, impossibilitato ad allontanarsi dal territorio del comune di residenza, Messina, in ossequio ad un provvedimento di obbligo di dimora emesso dall'Autorità Giudiziaria; lapalissianamente, se lo stesso fosse domiciliante in Roma, ove è situato palazzo Montecitorio, potrebbe integralmente svolgere il proprio dovere: esercitare le funzioni pubbliche che i cittadini messinesi gli hanno demandato, ovvero, rappresentante della Nazione (art.67 cost).

Dovere costituzionale che, invece, può assolvere solo parzialmente, ossia in quelle attività parlamentari ove non è richiesta la presenza fisica, come ad esempio la presentazione di emendamenti, interpellanze o interrogazioni parlamentari. In questi mesi, infatti, un deputato della Repubblica Italiana, cioè un rappresentante del popolo, non ha potuto partecipare a momenti importanti per la vita dello Stato Italiano, approvazione del bilancio e della legge finanziaria, mozione di sfiducia di un Ministro della Repubblica, riforme costituzionali, piuttosto che, la partecipazione a discussioni parlamentari o approvazioni di norme per la risoluzione delle gravi difficoltà in cui versa l'Italia.

Tutto ciò, perché il Tribunale nel revocare l'ordinanza di custodia cautelare per decorrenza dei termini, ha inteso limitare la libertà del parlamentare obbligandolo a soggiornare nel comune di residenza, medesimo locus commissi delicti (sic!). Orbene, tale ulteriore restrizione della libertà, successiva, quindi, a quella già autorizzata, non risulta essere stata sottoposta al vaglio dall'Autorità Parlamentare adita, generando perplessità sulla esecuzione della stessa, ex art. 68 cost. “….o altrimenti privato della libertà personale…..”mancandone la relativa autorizzazione parlamentare.

Infatti, il fumus persecutionis, non emerso o non sufficiente emerso nella prima richiesta di autorizzazione a procedere, potrebbe oggi essere manifesta, o, potrebbe essere sorta in un secondo momento, inficiando, quindi, il solo secondo provvedimento (obbligo di dimora) se concretamente presente. Del resto il voto parlamentare, espresso nell'imminenza delle elezioni europee, fu, secondo alcuni autorevoli analisti politici, il risultato, non di uno scrupoloso studio degli atti,bensì, di spregiudicate manovre politiche, finalizzate al consenso elettorale, perpetrate da esponenti politici di doppia moralità, accuse, queste, rafforzatesi, sia negli argomenti che nel consenso, anche fra gli addetti ai lavori, più di recente, ossia in riferimento alla mozione di sfiducia presentata nei confronti del Ministro per le riforme costituzionali della Repubblica Italiana.

E' indubbio, quindi, che il bilanciamento degli interessi contrapposti, esigenze cautelari per un verso, libertà della persona per l'altro, nel caso in oggetto, influisce e interferisce sul godimento dei diritti di terze persone, ovvero del Popolo Italiano ed il proprio diritto alla Democrazia.

Ineluttabilmente, quindi, si ritiene doveroso l'intervento del Presidente della Camera, per il buon andamento dei lavori (art. 8 regolamento Camera dei deputati), al fine di ridurre il più possibile i disagi patiti da un proprio membro, consentendo, quanto meno, l’espletamento dei propri doveri istituzionali all’on. Francantonio Genovese attraverso appositi e previsti servizi di supporto telematico, quali ad esempio, il televoto o la video conferenza.