Caso Genovese, i fondi svizzeri entrano nel processo formazione

Arrivano a Messina, ma non rientrano in patria, i conti svizzeri dell'onorevole Francantonio Genovese. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, titolare insieme al sostituto Fabrizio Monaco dell'inchiesta Corsi d'oro sulla formazione professionale, ha presentato al Tribunale del Riesame l'avviso di accertamento dell'Agenzia generale sui 16 milioni di euro che il parlamentare deterrebbe al Credit Suisse. L'udienza di stamane doveva servire a discutere dell'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato Nino Favazzo, ma Ardita si é giocato la carta "polizze vita d'oro" e la discussione è stata rinviata a lunedì prossimo.

I fondi esteri di Genovese, quindi, entrano nell'inchiesta messinese, visto che la Procura ha chiesto al Collegio del Riesame (presidente Trovato) di respingere l'istanza di scarcerazione, valutando anche questo elemento. Favazzo ha a quel punto chiesto il rinvio per prendere contezza dell'atto e presentare le proprie controdeduzioni.
Passaggio formale, quindi, quello di oggi: le speranze del politico messinese di uscire dal carcere di Gazzi dovranno aspettare almeno fino ancora qualche giorno.

Giovedì prossimo, poi, si apre il processo di primo grado scaturito dall'inchiesta Corsi d'Oro, che vede Genovese imputato insieme, tra gli altri, al cognato Franco Rinaldi, saldamente sullo scranno dell'Ars nonostante il rinvio a giudizio.

Alessandra Serio