I renziani: “I deputati coinvolti nell’inchiesta si dimettano. E troviamo una sede al Pd”

Mentre il Pd prende provvedimenti nei confronti dei tesserati coinvolti nell’operazione Corsi d’oro e la Regione revoca gli accreditamenti destinati agli Enti al centro dell’inchiesta (Ancol, Aram, Lumen), continuano le reazioni e i commenti.

“Non posso sottrarmi dall'esplicitare alcune riflessioni che da tempo si interrogano sul senso stesso di una militanza politica che per quanto attraversata da inquietudini e diversità di opinioni, ha fatto della questione morale il segno della propria radice identitaria- scrive Lucia Tarro Celi- La vicenda dei corsi di formazione indiziati è rivelatrice di un modello di potere che ha avuto ricadute negative nella storia del Pd a Messina, nella ricerca dei consensi, nella coscienza collettiva della città, fino a penalizzare le ultime elezioni amministrative. Segni di anomalia e di scarsa trasparenza li ho pubblicamente denunziati fin dalle primarie per le politiche, con i risultati di una sorprendente quantità di voti che quell'esperienza ha prodotto. Oggi c'è urgenza di idee nuove, di persone in grado di incarnare discontinuità, passione e competenze e mettersi a servizio di una città che non può più aspettare per capire "a che punto è la notte". Un invito dunque, al Presidente del Partito e alla commissione reggente di traghettare la fase che ci separa dal congresso con quel forte senso di responsabilità e di rigore che la situazione, oggi, richiede”.

La necessità di mettere al primo posto del dibattito del Pd a Messina la questione morale è ribadita in una nota dei renziani (Alessandro Russo, Ciccio Palano Quero, Filippo Cangemi, Giacomo D’Arrigo, Piero David, Giuppi Siracusano, Simone Di Cesare, Nicola Alpino, Armando Hyerace, Sergio Mazza, Gabriele Lo Re, Guglielmo Sidoti, Francesco Barone, Francesco Battaglia, Sharon Schachter, Emanuele Giglia), sottolineando come l’inchiesta abbia conseguenze sul Pd, già colpito dalla recente sconfitta elettorale, minandone ulteriormente la credibilità e l’immagine. Il gruppo politico interno al Pd chiede quindi l’istituzione di un comitato che affianchi il commissario Lupo e le dimissioni degli esponenti del partito coinvolti,Genovese e Rinaldi.

“ Bisogna intervenire immediatamente, convocando gli organismi dirigenti cittadini e provinciali per individuare al più presto un comitato, autorevole e rinnovato, che affianchi il segretario Lupo nella gestione della prossima fase congressuale, assicurando la massima trasparenza nella conduzione del tesseramento e della tesoreria e nella individuazione di una sede totalmente neutra del Partito. Concludiamo chiedendo agli esponenti del partito che sono stati coinvolti, direttamente ed indirettamente, nelle inchieste giudiziarie di assumersi pienamente le proprie responsabilità politiche, evitando che i destini personali di alcuni possano condizionare il futuro del Pd di Messina e dei suoi iscritti”.

Nella nota dei renziani, anche l’individuazione di una sede di partito, finora coincisa con la segreteria di via I Settembre di Genovese e Rinaldi, diventa un fatto “simbolico” per dare un segnale concreto di cambio di rotta.

Sulla vicenda giudiziaria interviene anche il M5S: “ I corsi di formazione devono tornare a occuparsi solo di formazione- dichiara il deputato Francesco D’Uva- Molti si dimenticano il vero motivo per il quale questi corsi vengono organizzati, ovvero formare chi attualmente è senza un posto di lavoro garantendo così un’adeguata formazione professionale che, in teoria, dovrebbe servire per abbassare la percentuale di disoccupazione nel territorio siciliano ai massimi storici, anche a causa di centri di potere che bloccano il libero mercato. Vorrei pertanto ringraziare le forze dell’ordine che hanno portato avanti questa operazione.”

La deputata regionale Valentina Zafarana, si sofferma sull’organizzazione della formazione professionale in Sicilia “divenuta un coacervo di interessi economici e politici, a causa di una gestione perpetrata attraverso metodi privatistici e familistici che gravissimi danni ha arrecato all'intero settore”.

Rosaria Brancato