Processo gettonopoli, saranno proiettati i video delle sedute “incriminate”

Erano quasi le 20 e fuori era già buio pesto quando le luci dell'aula di Corte d'Assise si sono spente, ieri, dopo una lunga giornata di udienza del processo Gettonopoli. Per tutta la giornata, nella grande aula solitamente destinata a processi per reati ben più gravi, si sono affollati i giudici della Corte presieduta da Silvana Grasso, gli avvocati, quasi tutti gli imputati, tutto il gruppo di investigatori che ha lavorato al caso e naturalmente il magistrato che regge l'accusa, il PM Francesco Massara.

E' suo adesso il compito di condurre il processo sostenendo le ragioni della Procura, mentre ad avviare gli accertamenti e chiedere le misure nei confronti dei consiglieri comunali, a suo tempo, era stato il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, supervisionato dall'aggiunto Vincenzo Barbaro.

La mattinata è cominciata tra le schermaglie di accusa e difese sulla possibilità di ammettere o meno come parti civili il Comune di Messina e la sigla Codici Onlus, che avevano preannunciato tale richiesta già alla scorsa udienza. Non convinta dalle eccezioni degli avvocati, la Corte ha ammesso entrambi. A fare gli interessi del Comune è l'avvocato Carmelo Picciotto, mentre l'associazione dei consumatori Codici è patrocinata dall'avvocato Melita Cafarelli.

Chiusa questa parentesi, la seconda parte della mattinata è proseguita interloquendo sui mezzi istruttori da ammettere, ossia su quel che in concreto sarà affrontato nel corso del processo: prove da esaminare, testimoni da ascoltare.

In buona sostanza, sciolti tutti i nodi, poco dopo l'ora di pranzo la decisione della Corte è stata questa: tutti i mezzi di prova sono stati ammessi, sia quelle avanzate dal PM che dai difensori, e alla prossima udienza, fissata al prossimo 13 dicembre, un perito sarà incaricato di trascrivere le conversazioni intercettate ammesse, che sono tutte quelle allegate alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura alla fine delle indagini.

Tutti i testimoni citati saranno ascoltati, durante le varie udienze – calendarizzate sette, da qui a metà giugno – e, quando i difensori o il PM lo riterranno opportuno, saranno proiettate in aula le video riprese effettuate dalla Digos a Palazzo Zanca, nel corso delle indagini.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando il dibattimento è stato avviato in concreto, con il lungo esame, da parte del Pm, di uno degli investigatori della sezione Digos della Polizia, quello che in concreto ha coordinato e svolto effettivamente buona parte delle attività investigative, dai filmini alle "cimici" telefoniche e ambientali. Insomma il "grande fratello" che per circa due mesi ha abitato Palazzo Zanca, senza che i consiglieri comunali se ne avvedessero, ed ha convinto la Procura che 20 di loro hanno intascato illecitamente una parte dei gettoni dovuti per la partecipazione alle commissioni consiliari, in realtà molto "poco partecipate".

leggi anche: la prima udienza

Alessandra Serio