All’Ars la casta riprova a “salvare” il doppio incarico: tutto rinviato sul caso Buzzanca

Per la Costituzione il doppio incarico parlamentare-sindaco è illegittimo. Ma questo sembra essere diventato, ormai, un dettaglio. La “casta”, in uno dei momenti peggiori per il nostro Paese sotto molti punti di vista, continua ad avere come priorità la salvaguardia di se stessa e un’ulteriore conferma è stata scritta oggi a Palermo. La commissione verifica poteri dell’Assemblea regionale siciliana, infatti, ha rinviato all’11 gennaio la seduta pubblica prevista stamattina per affrontare il caso Buzzanca, unico parlamentare regionale a continuare a mantenere, contemporaneamente, l’altra carica ricoperta, quella di sindaco di Messina. A chiedere il rinvio è stato lo stesso Buzzanca attraverso il classico asso nella manica, il coniglio tirato fuori dal cilindro per stupire il pubblico: con una relazione trasmessa agli uffici della commissione verifica poteri dell’Ars, infatti, il sindaco-deputato ha chiesto che il parlamento regionale si uniformi alla decisione assunta ieri dalla giunta per le elezioni del Senato, che ha stabilito, sostanzialmente, di “ignorare” la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il doppio incarico, salvando dunque i senatori Antonio Azzolini, sindaco di Molfetta, e Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola.

A proporre formalmente il rinvio è stato il deputato regionale del Pid ed ex Udc Rudy Maira ed a favore si è pronunciata una maggioranza di cinque commissari contro quattro. Tra i cinque, altro fatto inconsueto quanto significativo, anche il presidente della commissione stessa, Francesco Cascio del Pdl, protagonista anche di qualche battibecco con Antonio Catalioto, l’avvocato di Antonio D’Aquino e divenuto, ormai, il “paladino anti-doppio incarico”. Aprendo la seduta pubblica convocata dopo che la commissione si era pronunciata a favore della decadenza di Buzzanca, Cascio ha illustrato i motivi del rinvio all’11 gennaio (ironia della sorte, il giorno prima proprio D’Aquino si insedierà al posto di Roberto Corona, sospeso perché arrestato nell’ambito della bufera Ascom).

«Oggi è stata scritta una delle pagine più vergognose della storia dell’Ars», ha dichiarato Catalioto, al quale non è stata data la parola da Cascio perché «non è previsto dibattito», con annessi momenti di tensione. Ovviamente soddisfatto, invece, Marcello Scurria, legale di Buzzanca, che si “appella” all’art. 51 del regolamento dell’Ars secondo cui l’Assemblea può pronunciarsi per la decadenza di un parlamentare solo per ragioni pre-esistenti al momento della elezione, motivo per cui «l’atto di convalida di una elezione è definitivo». Catalioto, invece, si riferisce all’art. 61 che prevede che «i ricorsi e i reclami presentati nel corso della legislatura sono decisi dalla commissione entro un anno dalla data di presentazione».