Politica

Covid. CMdb: “Messina unica in Italia a disincentivare il trasporto pubblico”

“Siamo l’unico posto al mondo in cui l’amministrazione lavora per disincentivare l’uso del trasporto pubblico. Sì, perché in tema di sicurezza sanitaria, dove certamente il trasporto pubblico locale è un’occasione di rischio contagio, anziché investire risorse per ridurre gli affollamenti sui mezzi (aumentando le corse o dilazionando opportunamente gli ingressi e le uscite in scuola, uffici e negozi), l’Amministrazione De Luca eroga fondi pubblici per rimuovere il pagamento delle strisce blu “al fine di disincentivare l’utilizzo del tpl”, come si legge nella delibera di giunta numero 63 del 9 febbraio 2021”.

Così Cambiamo Messina dal basso critica la decisione della giunta De Luca.

“Ora, che i parcheggi normalmente a pagamento siano (e saranno a lungo) gratuiti, per molti è senza dubbio una buona notizia. Certo in tanti avranno notato l’incremento del traffico e la difficolta a trovare parcheggio in centro, tuttavia risparmiare quei pochi euro certamente fa piacere. Bisogna però ricordarsi che, in questo modo, il parcheggio ora lo paghiamo tutti: chi usa l’auto e chi no. Infatti Atm non rinuncia ai proventi delle strisce blu, ma si fa ripagare dei mancati introiti dal Comune, utilizzando risorse pubbliche, quindi soldi di tutti noi. In particolare, le risorse sono quelle destinate ai ristori e quindi risorse che non andranno, come avrebbero potuto, a famiglie e imprese in difficoltà economica a causa della Covid”.

Per questo, il Comune riconosce ad Atm 120mila euro al mese. “Circa 61mila euro sono di “mancato utile”, conteggiato come differenza tra la previsione di incasso e le spese relative che si sarebbero sostenute normalmente per il controllo delle zone a pagamento. Ora, se un ristoratore ha dovuto chiudere il proprio ristorante durante il confinamento, in cambio ha ricevuto un ristoro (spesso del tutto parziale) per le spese che ha dovuto comunque sostenere (gli affitti, i mutui, il personale ecc). Atm invece chiede di avere ristorato l’utile complessivo, come se il ristorante fosse stato pieno tutti i giorni”.