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Covid e possibile rischio di miocardite

“La vaccinazione rappresenta in atto la principale preoccupazione dei genitori degli adolescenti”. Lo dice il direttore scientifico della Clinica Carmona di Messina, dott. Frank Coppolino, cardiologo.

È noto da tempo che può esserci un’associazione tra vaccini, soprattutto quelli a mRNA (ovvero Pfizer e Moderna) e complicanze mio-pericarditiche che interessa maggiormente i maschi di età inferiore ai 30 anni mentre tale eventualità sarebbe quasi trascurabile tra le ragazze e gli anziani.

In realtà tale complicanza è poco diffusa e solo nel 5% di quei rari casi comporta gravi conseguenze, altrimenti si presenta con un decorso tranquillo, sintomi leggeri ed a risoluzione spontanea e rarissimi sono i casi che necessitano di ospedalizzazione.

Questi gli ultimi dati raccolti sulla tematica nell’ambito di uno studio pubblicato su Circulation entro un mese dalla somministrazione di vaccino a mRNA, dati che sono concordi con quelli epidemiologici mondiali.

La miocardite, come dice lo stesso termine, è un’infiammazione del miocardio, cioè del muscolo cardiaco, generalmente associata a infezioni virali o batteriche, malattie autoimmuni, ed altre, che solitamente guarisce senza lasciare esiti sebbene possa comportare anche un deterioramento permanente con compromissione della funzione cardiaca. Quando il cuore viene coinvolto da un’infezione i danni, oltre che direttamente dall’agente infettivo, possono derivare dallo stesso sistema immunitario.

È stato altresì accertato come la miocardite possa essere una complicanza del Covid stesso, con esiti ben peggiori. In questo caso anzi presenta un’incidenza di quasi quattro volte superiore rispetto a quella osservata nei soggetti vaccinati, compresi i giovani, pertanto il rapporto rischio-beneficio è sempre a favore della vaccinazione, anche in questa fascia d’età.

Le ragioni per le quali si sviluppano questi rari eventi a seguito di vaccinazione non sono ancora perfettamente comprese sebbene sia ipotizzabile che siano da attribuire, in soggetti predisposti, ad un’iperattivazione della risposta immunitaria con generazione di autoanticorpi e all’attivazione di una importante cascata infiammatoria.

I sintomi più comuni di miocardite e pericardite sono rappresentati dal dolore toracico, palpitazione, senso di affaticamento a cui si associano solitamente le alterazioni del tracciato elettrocardiografico e l’alterazione di alcuni esami del sangue, come ad esempio il valore della “troponina”, almeno nella fase acuta. La risonanza magnetica permette di identificare in modo affidabile l’infiammazione del miocardio e di seguirne eventualmente l’evoluzione nel tempo.

La direzione della clinica Carmona sta predisponendo all’uopo un ambulatorio che si occuperà di seguire e tenere sotto controllo i pazienti con postumi cardiaci da Covid nell’ambito della – cosiddetta – sindrome battezzata “Long-Covid” di cui ancora non si conoscono la persistenza e la gravità.

Concludendo, precisa il Dott. Coppolino, i dati certi disponibili descrivono inequivocabilmente quanto sia errata la diffusione di messaggi allarmistici in merito a ventilate complicanze cardiologiche causate dal vaccino ma soprattutto che il cardiologo non è in grado di effettuare previsioni con una semplice visita allo scopo di stabilire se un soggetto sia a rischio miocardite a seguito di vaccinazione.

Redazionale a cura del Dott. Frank Coppolino Direttore Scientifico della Casa di Cura Carmona.

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