Cronaca

Covid Messina. “Bimbo positivo dirottato a Catania. Perché?”: l’appello di La Fauci

“Perchè nessun pronto soccorso di Messina e provincia è abilitato all’accoglimento di positivi in condizioni non critiche?” È l’interrogativo che il consigliere comunale di OraMessina Giandomenico La Fauci pone all’Asp dopo un particolare accaduto riguardante una famiglia.

Bimbo positivo dirottato a Catania

“Una famiglia, formata da mamma, papà e figlio di 8 anni, è risultata positiva al Covid -racconta La fauci. Il protocollo è stato seguito alla lettera, fino alla negativizzazione dei due genitori, ma il piccolo, invece, continuava ad essere positivo. Nei giorni della sua positività il bambino è stato colto da un malore improvviso che ha portato a sintomi preoccupanti per i genitori, come la presenza di sangue nel vomito. Mi scuso per i dettagli, riferitemi dai due nostri concittadini, ma è giusto far capire il livello di preoccupazione. Immediatamente è intervenuto il 118 per un primo soccorso, ma la positività del bambino ha aperto una discussione. Infatti, per disposizioni aziendali nessun pronto soccorso di Messina e provincia è abilitato all’accoglimento di positivi in condizioni non critiche. Al bambino, compresi i parametri vitali stabili, veniva disposto il trasferimento a Catania, città dove il pronto soccorso è stato adeguato all’accoglimento di pazienti positivi in condizioni non solo critiche”.

Perchè?

Così continua il consigliere: “Nella mia posizione di consigliere comunale, allora, mi trovo costretto a porre delle semplici domande. Dopo un anno e mezzo, perché i pronto soccorso della nostra provincia non sono stati adeguati al ricevimento di pazienti positivi non critici? Qual è la motivazione alla base di questa scelta? Il trasferimento a Catania non può essere ritenuto facile o rapido, viste anche le condizioni – i lavori su tangenziale e autostrada spiegano tutto – delle vie di collegamento”.

Il bisogno di risposte

“Possibile che una città metropolitana come Messina non sia stata capace di adibire uno dei suoi poli ospedalieri per questo tipo di pazienti? Le mie, ripeto, sono semplici domande ma che pretendono risposte. Perché i cittadini hanno il diritto di sapere, di capire, così da non restare sorpresi in casi come quelli che vi ho raccontato. Mi voglio mettere nei panni anche dei medici che devono dare a famiglie preoccupate notizie del genere. Le strutture di Catania, per qualcuno, potranno non essere così distanti, ma in caso di un improvviso peggioramento chi si prenderà la responsabilità di certe scelte?” conclude La Fauci.