Dimissioni di Greco e non solo: mezzo consiglio comunale “in rivolta” contro Buzzanca

Una scossa dopo l’altra, un giorno potrebbe arrivare il sisma di quelli forti davvero a Palazzo Zanca. L’ultimo “tremore” lo ha provocato il consigliere comunale dell’Udc Marcello Greco, che durante la seduta di stamattina ha preannunciato l’intenzione di dimettersi da presidente della commissione Servizi sociali. Una volontà, ha spiegato Greco, dettata dalla costante assenza di risposte, da parte dell’Amministrazione, alle tante problematiche messe sul tavolo in quella commissione, non ultima il caso Don Orione, con un debito fuori bilancio da 1,5 milioni da votare. «Nessuno viene a rispondere, né i dirigenti né il sindaco, che ha la delega ai servizi sociali. E allora dico io: che ci stiamo a fare? Lascio la presidenza, non ha senso andare avanti così». Criticare (per l’ennesima volta) l’Amministrazione significa criticare una giunta di cui l’Udc fa parte. E infatti Greco, fuori dall’aula, ribadisce un concetto già espresso pochi giorni fa: «L’Udc vuole amministrare oppure no?». Ed eccola, la scossa. Che ha provocato un dibattito “fuori programma” in consiglio comunale.

Il capogruppo dell’Udc Bruno Cilento ha invitato Greco «a sospendere le proprie dimissioni», sottolineando però che «non è giustificabile disertare le commissioni». Ma è chiaro che il caso va oltre le singole dimissioni. Riguarda da una parte il rapporto tra il sindaco e le commissioni consiliari, fronte sul quale il finiano Nello Pergolizzi ha predisposto un documento di denuncia da inviare all’assessorato regionale agli Enti locali. Dall’altra parte il nodo politico dei rapporti tra l’Udc e il Pdl (tra l’Udc e il sindaco sarebbe meglio dire). «Se esiste un problema serio col sindaco – l’affondo di Gaetano Gennaro (Pd) – allora se ne discuta e si abbia il coraggio di arrivare alle estreme conseguenze, con una mozione di sfiducia. Ci sarebbe poi da capire se certe posizioni sono personali o politiche». Più diretto Felice Calabrò: «L’Udc? E’ una questione di posizioni. Quattro assessori, quattro componenti del collegio di difesa, una decina di rappresentanti nelle società partecipate: dove li mandiamo? Come facciamo consenso?».

Cilento, però, frena: «Non continuate a pregare l’Udc di uscire dalla giunta. Il fatto è uno solo: noi abbiamo vinto le elezioni, il Pd no». Dirompente lo sfogo di Tanino Caliò: «Ne abbiamo abbastanza. Ci si scrolli di dosso le logiche dell’appartenenza. Buzzanca dov’è? Si vergogni!». L’ultima parola, come spesso accade, spetta al capogruppo del Pdl Pippo Capurro: «Mi faccio carico del malessere dei presidenti delle commissioni, ma non accettiamo lezioni dall’opposizione. Inutile insistere, l’Udc non farà maggioranza con voi. Abbiamo vinto le elezioni con un sindaco e lo difenderemo fino alla fine». Oltre le parole, rimane il documento, la denuncia che verrà inviata alla Regione e che hanno firmato, al momento, sette presidenti di commissione su tredici (espressioni di Fli, Pid, Udc, Mpa). Mancano ancora all’appello i tre presidenti del Pd, la cui posizione verrà sciolta nel pomeriggio. Forte la richiesta alle Autonomie locali: «Valutare il reiterato comportamento del sindaco ed assumere i consequenziali ineludibili provvedimenti» per le continue assenze del sindaco. Una vera e propria rivolta. E non è la prima.