Dietro l’angolo pignoramenti per 10 milioni di euro, a rischio l’intero servizio di trasporto

L’Atm avrebbe bisogno di un contributo annuo da parte del Comune di 24 milioni di euro, contro i 17 attualmente previsti. Si chiude con questa considerazione la consueta relazione che lo scorso 13 febbraio il Commissario Domenico Manna, il Direttore amministrativo Ferdinando Garufi e l’allora Direttore facente funzioni Carmelo Crisafulli hanno redatto per mettere nero su bianco la situazione dell’azienda di via La Farina. Un documento che racconta l’Atm attraverso i numeri della crisi, non molto diverso dalla relazione con cui, sempre a febbraio, i revisori dei conti dell’Atm bocciavano il bilancio consuntivo (vedi articolo correlato). Proprio mentre a Palazzo Zanca in queste settimane si è chiuso quello che sarà il Contratto di servizio che regolerà finalmente i rapporti tra Comune e azienda trasporti, contratto che pare abbasserà le risorse che saranno a disposizione per far funzionare il servizio, i dati che arrivano dagli uffici di via La Farina continuano a consegnare la fotografia di un’azienda in grave crisi economico-finanziaria. Per avere però reale contezza della situazione si dovrà attendere il contratto di servizio e poi provare a fare i conti con progetti per il futuro e problemi cronici da risolvere.

Per quanto riguarda l’aspetto economico-finanziario, i vertici Atm ricordano all’amministrazione comunale tutti i debiti da coprire, pagamenti da effettuare al più presto e che mettono addirittura a rischio la sopravvivenza del servizio di trasporto pubblico. Per esempio ci sono 6.991.000 euro di contributi Inps che l’Atm non ha potuto versare da marzo 2012 a dicembre 2013, e quasi 7 milioni di ritenute sempre Inps non versate. Motivo per cui l’Atm ha perso i benefici connessi al rilascio del Durc con la conseguente impossibilità di riscuotere crediti per servizi effettuati presso altri Enti e di accedere ad esempio allo sgravio per gli oneri di malattia (circa 300mila euro persi). L’Atm non ha pagato tre rate del mutuo per la costruzione degli immobili di via La Farina per un totale di 1.134.696 euro, anche questo un problema che si trascina nel tempo perché, come scrivono i dirigenti, “il Comune da un canto dichiara di detenere la proprietà dei nuovi fabbricati di via la Farina ma non ha mai rimborsato l’Atm per le rate semestrali del mutuo”. Ad oggi l’azienda ha pagato rate per un importo pari a circa 6,4 milioni e ne restano altri 3. Per commissario e direttori “il mancato rimborso da parte del Comune senza dubbio ha contribuito ain maniera significativa all’attuale crisi di liquidità.

Continua ad essere pesantissima, e senza margini di miglioramento, la situazione debitoria verso i fornitori strategici. L’impresa Ventura, che si occupa di pronto intervento e manutenzione della tranvia, vanta un credito di 760 mila euro e ha già comunicato che interromperà il servizio a partire dal prossimo luglio. L’Esperia, che con la Ventura cura la manutenzione della linea aerea tranviaria, rivendica almeno il pagamento delle rate che risalgono ad una transazione vecchia di tre anni e che non supera i 200mila euro, oltre ad aver già azionato due decreti ingiuntivi su altre somme che potrebbero sfociare in pignoramento. E se fin qui a fermarsi potrebbe essere la manutenzione, scorrendo la relazione si scopre che a rischio è l’intero servizio tranviario perché in ballo c’è un accordo che risale al 2011 con la Alstom, fornitrice di mezzi tranviari, che l’Atm deve necessariamente rispettare. Accordo che, tra l’altro, prevedeva anche di rimettere in azione almeno due vetture per garantire vita all’intero servizio.Se non sarà onorata la transazione, che prevede un flusso mensile di 50 mila euro per 7 mesi, la società non provvederà più alle regolari operazioni manutentive finalizzate alla revisione annuale dei rotabili e di tutto il materiale tranviario. In questo quadro i dirigenti sottolineano anche che la carenza di liquidità non ha permesso di riparare le vetture ferme in officina e che attualmente sono 7 le macchine funzionanti, su un parco che inizialmente ne contava 15. Una questione di cui ci eravamo già occupati nei mesi scorsi e che l’Orsa ha denunciato in Procura con tanto di dossier fotografico che immortala tram ormai totalmente cannibalizzati. Ancora sul fronte debiti ci sono quelli con il fornitore di carburante, con la Bredamenarinibus che ha agito con pignoramento, ci sono le utenze Enel, Telecom, Edison, Amam che l’Atm non riesce a pagare. I dirigenti Atm temono che questo quadro potrebbe sfociare in pignoramenti per circa 10 milioni di euro, ipotesi che bloccherebbe i servizi per parecchi mesi.

La relazione parla anche del personale e sono i vertici aziendali a confermare le carenze di organico in settori specifici. Alla data del 31 gennaio 2014 l’Atm conta 578 dipendenti, di cui 366 di ruolo e 208 contrattisti. Mancano però gli autisti: in questo momento sono 163 più 51 contrattisti, siccome però di questi ce ne sono diversi destinati ad altre attività i conducenti effettivi sono 181. Un numero sufficiente oggi che in servizio ci sono circa 40 bus ma che non basteranno nel momento in cui si potenzierà la flotta anche di solo 20 mezzi. Carenze anche in officina, dove mancano almeno 10 tra meccanici e carrozzieri, per l’azienda ci sono invece esuberi tra gli addetti al controllo della Ztl, soprattutto da quando è stata attivata l’isola pedonale che ha tolto 248 stalli a pagamento e che nei sei mesi di sperimentazione prevista toglieranno circa 400 mila euro di incassi dei ticket. Mancati introiti dunque a cui si devono aggiungere quelli dei parcheggi Cavallotti e Zaera Sud gratuiti da gennaio ad oggi, ma soprattutto i famosi contributi che la Regione per anni ha bloccato.

Commissario e direttori però sono ancora fiduciosi e credono che un’azione decisa da parte del Comune potrebbe risollevare le sorti dell’azienda. Con le somme adeguate per acquistare almeno 10 bus, spiegano i dirigenti, e riparare almeno 10 mezzi comprati nel 2007 si potrebbe raggiungere l’obiettivo di immettere giornalmente in strada 60 mezzi. Naturalmente potenziando officine e settore autisti.

L’Atm chiede al Comune di fare la sua parte, la situazione è drammatica ma le intenzioni sembrano mirate a far uscire l’azienda dalla palude in cui sta lentamente sprofondando. Con questi numeri alla mano essere ottimisti è difficile. Soprattutto perché si tratta di questioni non certo nuove ma che si trascinano da anni, che i sindacati hanno spesso denunciato e che ad oggi non hanno trovato soluzione.

Francesca Stornante