Autobus e tram fermi: lavoratori in rivolta per la mancata erogazione degli stipendi e le troppe incognite sul futuro

Il servizio di trasporto pubblico è totalmente paralizzato. Tram ed autobus sono fermi in deposito dalle tre di ieri notte perché i lavoratori dell’Atm, senza stipendio da tre mesi e con un futuro sempre più incerto davanti a loro – causa messa in liquidazione dell’azienda, su cui il Consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi lunedì pomeriggio (vedi articolo a parte) – hanno deciso di astenersi dalle mansioni a cui sono preposti e scioperare. Questa forma estrema di protesta, improvvisa e non annunciata secondo le regolari procedure di raffreddamento, ha reso necessario l’intervento della Digos, che ha tentato – senza successo – di far rientrare la mobilitazione, per la quale potrebbe essere ipotizzato il reato di interruzione di pubblico servizio. Una parte dei lavoratori si trova in presidio nel cortile della sede di via La Farina, gli altri dipendenti , invece, si sono recati accompagnati dai rappresentanti sindacali, a Palazzo Zanca per incontrare l’assessore alla mobilità Melino Capone. Terminato l’incontro, gli stessi lavoratori hanno decsiso di occupare l’aula consiliare considerato che l’amministrazione comunale – come peraltro già confermato nel recente tavolo di confronto tenutosi presso la Regione – ha ribadito che non intende tornare indietro sulla messa in liquidazione dell’Atm, a dispetto dell’invito espressamente formulato, nel corso della riunione palermitana, dall’assessore regionale ai trasporti, che aveva “suggerito” alla giunta Buzzanca, concedendole un mese di tempo ( scaduto oggi ), di sostituire l’ipotesi della messa in liquidazione con un piano di rilancio dell’azienda, seguendo l’esempio di Palermo e Catania. Profondamente delusi per l’atteggiamento dell’attuale ammniistrazione, i lavoratori dell’Atm proseguiranno nella protesta ad oltranza, nella speranza che dal Comune arrivino risposte certe sul loro futuro, aspetto cruciale mai chiarito nonostante le numerose sollecitazioni e qualche incontro in quel di Palazzo Zanca.
Situazione estremamente complicata anche sul fronte del trasporto marittimo. Dopo l’assemblea di stamattina, organizzata da Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Fast Ferrovie, Ugl, Orsa e Sasmant, molti lavoratori hanno deciso di bloccare la stazione marittima . I sindacati ed i lavoratori, considerano «non negoziabile l’applicazione del contratto delle Attività Ferroviarie anche a quei lavoratori che transiteranno nella nuova società di Rfi, Bluferries».
Sulle due vertenze cittadine intervengono il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, e il segretario della Filt Messina, la categoria dei trqasporti della Cgil, Pino Foti. «Queste due proteste – scrivono in un comunicato – sono le due facce di una stessa medaglia che vede la politica locale incapace di affrontare e risovere i problemi di questa città. In questo caso due vertenze centrali che riguardano direttamente centinaia di lavoratori e migliaia di cittadini – commenta Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina-. Una classe politica che non ha saputo e voluto lavorare per ottenere il finanziamento e la realizzazione di strutture moderne che assicurino la mobilità delle cose e delle persone, per difendere la qualità della vita e il lavoro in questa città il cui declino appare sempre più inarrestabile. Non c’è più tempo. Occorre reagire e occorre farlo subito». (DLT/EDP)

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