Messina senz’acqua. L’Amam al lavoro sulla frana con l’obiettivo di finire tra mercoledì e giovedì

La frana sulla conduttura si è verificata sabato alle 10, a Calatabiano. Le scorte di acqua stanno finendo ed in città è ancora una volta emergenza idrica. Fino a quando? “Si lavorerà giorno e notte – ha spiegato il presidente di Amam, Leonardo Termini – ma non possiamo fornire date precise. Di certo è che per almeno due giorni ci saranno difficoltà. Non si tratta di una riparazione complicata in sé ma non è facile arrivare sui luoghi coi mezzi meccanici, nonostante gli escavatori fossero pronti fin dalla sera stessa. Non sono utilizzabili perché il sito è argilloso e pieno d'acqua, sarebbero a rischio ribaltamento, ed è stato necessario impiegarne di più piccoli. E’ stato difficile arrivarci persino a piedi, abbiamo dovuto risalire una montagna. Oggi e domani si provvederà alla saldatura e nella serata di domani metteremo gradatamente l’acqua, mentre dopodomani continueremo a lavorare per la messa in sicurezza della tubazione e del sito. Bisognerà verificare le condizioni dell’interno del tubo perché potrebbe risultare schiacciato sotto. In quel caso serviranno presumibilmente 24 ore in più, perché non bisognerà solo saldare ma apportare un tratto di tubazione. Verranno fatti dei terrazzamenti per evitare che il terreno da monte continui a spingere, nell'attesa di realizzare opere di presidio. L'obiettivo è quello di erogare l’acqua mercoledì mattina anche se non in maniera completa. Poi è chiaro che per tornare alla normalità passeranno 2 o 3 giorni, soprattutto nelle zone alte, perché bisognerà riassestare la distribuzione. Chiederemo al sindaco di chiudere le scuole per almeno due giorni”. Richiesta che sarà accolta, secondo le parole del sindaco Accorinti, nonostante non ci sia ancora un comunicato ufficiale.

Ma cos’è successo alla conduttura? “Si tratta di tubazioni importanti – ha proseguito Termini – con diametro di un metro, che forniscono circa 900 litri di acqua al secondo. La frana vi si è abbattuta e il tubo ha ceduto all’altezza di una saldatura. Con la telemetria, abbiamo visto una veloce caduta della portata e abbiamo subito interrotto la fornitura per evitare altri danni al territorio. Poi è stato attivato un coordinamento con tutti gli organi preposti e istituito un tavolo di intervento. Si tratta di una zona molto scoscesa e impervia, dove per arrivarci bisogna tracciare una strada e metterla in sicurezza per consolidare la posizione del tubo. Non c’è alcun problema di manutenzione e di logoramento della conduttura”.

Concetti ribaditi anche dal direttore generale dell’Amam, Luigi La Rosa: “Stiamo ancora aprendo la strada per arrivare sul luogo, pur se siamo a buon punto. Una volta raggiunto, si dovrà mettere alla luce il tubo per verificare l’entità del danno ma non è questo che ci preoccupa. La difficoltà sta nel mantenerlo in sicurezza perché il territorio è totalmente franato e da sopra continua ad arrivare terra. E' stato contattato il geologo comunale Gioè e dato anche un altro incarico per fare prospezioni geologiche approfondite in modo tale da valutare dove è possibile trovare un substrato roccioso e mettere palificate di sostegno. Abbiamo anche invitato il sindaco a sospendere le attività scolastiche almeno per domani, perché non riusciremo a garantire una distribuzione idrica sufficiente”.

La Rosa, infine, fa il punto della situazione sulla quantità di acqua disponibile in città. “L’acquedotto della Santissima ha una portata di 180 litri al secondo, dei quali 80 servono la zona sud e 100 il centro città. Arriva al serbatoio Gonzaga e poi, eventualmente, in quelli del centro ma non esistono collegamenti con la zona nord, dove bisogna fare affidamento su alcuni pozzi autonomi, come quelli di Pace, Ritiro e Tremonti. Il Policlinico e il carcere sono garantiti dal pozzo Mangialupi, mentre nelle zone alte si avranno le maggiori difficoltà perché non si riuscirà a raggiungere la pressione sufficiente neppure per qualche ora. In altre zone, invece, proveremo a dare l'acqua per almeno un paio d'ore ma non sono sicuro di poterlo garantire”.

(Marco Ipsale)