Lavoratori senza stipendi e rifiuti per le strade, Messinambiente non ce la fa più

Se l’Atm non ha pace le cose non possono andare meglio per la sorella di sventure Messinambiente. L’azienda è ormai al collasso, i lavoratori non ce la fanno più, più volte l’abbiamo definita una polveriera pronta a esplodere, adesso il rischio è davvero dietro l’angolo. Dei 18 milioni di euro che il Comune attende con trepidazione da Roma ancora non si è visto un soldo, Messinambiente deve fare i conti innanzitutto con gli stipendi: su questo fronte i dipendenti non hanno ancora ricevuto il salario di settembre e nel frattempo sta maturando anche quello di ottobre. Ciclicamente, però, anche trovare i soldi per il gasolio ormai è diventata un’impresa; il commissario Armando Di Maria è seriamente preoccupato. Fino ad oggi, nonostante le immense difficoltà, era sempre stato fiducioso. Oggi, al termine dell’ennesimo incontro con l’esperto alle partecipate Nino Dalmazio e con il commissario dell’Ato3 Michele Trimboli, l’espressione di Di Maria lasciava pochi dubbi. Non c’è più niente da fare, non ci sono soldi, la raccolta va avanti a singhiozzo perché si deve razionalizzare tutto, oggi i mezzi sono rimasti fermi a Pace carichi di rifiuti per un problema con la ditta che si occupa del trasporto alla discarica di Mazzarrà e le strade della città iniziano a riempirsi di spazzatura. La cosa più difficile per il commissario è tornare in azienda e dire ai suoi lavoratori che la situazione è davvero critica. Nei giorni scorsi nell’autoparco di via Salandra la tensione era salita alle stelle, i dipendenti della partecipata sono rimasti per due giorni in assemblea permanente bloccando la raccolta, il quadro è sempre più nero, per il commissario Di Maria i problemi si moltiplicano e non sa quanto ce la farà a resistere. Ci proverà per quei 534 lavoratori ormai allo stremo delle forze e che nonostante tutto sono ancora lì e per una città che di questo passo seriamente rischia di trovarsi sommersa dai rifiuti. Tante le segnalazioni dei cittadini che iniziano ad arrivare. In via Piemonte, ad esempio, una montagna di rifiuti ormai ha coperto totalmente i due cassonetti e oltre agli odori nauseabondi è diventato impossibile il transito per i pedoni. (Francesca Stornante)