Crocetta difende la Borsellino e avvisa gli alleati: “Sono un combattente, non mi arrendo”

Se Accorinti ha lanciato un appello a sindaci e siciliani per convincere l’assessore Borsellino, ritenuta preziosa risorsa per l’isola e baluardo contro l’illegalità, Crocetta nel difendere l’esponente della sua giunta in uno dei momenti peggiori per il governo regionale, usa toni più realistici e concreti e ribadisce che neanche questa bufera, l’ennesima, lo fermerà.

“Niente e nessun commento strumentale può incrinare il grande
lavoro di risanamento della sanità che abbiamo fatto in due anni con Lucia
Borsellino- scrive il governatore in una lunga nota- E i dati parlano chiaro, con i grandi risparmi effettuati, con il taglio degli sprechi, con le denunce delle truffe di centinaia di milioni di euro sui farmaci, sulle gare truccate e i risparmi conseguenti; con nomine di manager sfuggite alle lottizzazioni politiche – per carità qualche pecora nera si può sempre inserire! – con l'azione costante di monitoraggio in corso
che sta mettendo in piedi un sistema sanitario. Nel 2014 per la prima volta dopo diversi anni la sanità siciliana è rientrata all'interno dei parametri di normalità previsti dal Ministero della Salute, nel 2013 e nel 2104 abbiamo avuto bilanci in attivo, realizzando quella svolta qualitativa necessaria richiesta da anni dal Governo nazionale”. Dopo aver tracciato un bilancio di questi anni e ricordato che sono in corso investimenti nel settore Crocetta passa poi agli attacchi alla Borsellino, che sono stati, spesso e volentieri “attacchi indiretti” e rivolti a lui e che di scandalo in scandalo hanno spinto più volte l’assessore ad annunciare dimissioni che non ha mai realmente presentato.

“Gli attacchi di questi anni a Lucia Borsellino, non sono tollerabili e mi hanno ferito profondamente. Voglio ricordare la strumentalizzazione di vicende come quella dell'Humanitas, del caso della piccola Nicole e l'ultima che è quella recente di Villa Sofia, che riguarda comportamenti singoli e non del governo. E voglio ricordare il gioco pirandelliano di coloro che hanno aggredito incessantemente la Borsellino, che oggi si travestono da agnelli. Quando deciderò a rendere pubbliche le ragioni
del contrasto con taluni gruppi di potere, tutto diventerà chiaro
. Non l'ho
fatto perché alcune vicende sono al vaglio della magistratura. Il sistema del malaffare della sanità, ha subito un durissimo colpo laddove prevediamo, nei
contratti dei manager, che i direttori generali e quei dirigenti che perseguano
tali modalità di affidamento possano essere licenziati. Nulla è più come prima.
Nella sanità è in atto una vera e propria rivoluzione, non si possono
strumentalizzare singoli fatti che riguardano singole persone
, per negare il
grande lavoro che si sta facendo, nessuno strumentalizzi, quindi, fatti che non sono riconducibili né all'assessorato né al governo”.

Il Presidente, nonostante ormai sia evidente la situazione di totale caos e scontro interno alla sua maggioranza, che si cerca di celare esclusivamente per evitare il ritorno alla voto e la conseguente perdita delle poltrone, ribadisce che non si fermerà e considera la sua giunta “il primo governo – eccettuate alcune brevissime
esperienze come quella di Mattarella – che dal '46 in poi ha avviato una lotta
senza precedenti all'interno al sistema mafioso che si è insidiato all'interno
della Regione siciliana. Io sono un combattente e i combattenti possono perdere alcune battaglie, ma non rinunciano a vincere la guerra, dall'interno o dall'esterno”.

Quanto poi all’arresto di Tutino, suo medico personale, nell’ambito dell’inchiesta su Villa Sofia il governatore ribadisce di non essere mai stato coinvolto da interessi personali “a me non interessano né potere né soldi e questa è la coerenza che mi rende forte. Sono stato sindaco, sono presidente della Regione e non possiedo né alberghi, né aziende, né autolinee, né battelli, né ville, nè tantomeno cliniche.
Nessuno insinui nulla, perchè come si dice nella mia città, con un proverbio
antico:"ariu nettu nun si scanta de' trona" cioè, ciel sereno non ha paura dei
tuoni”.
Infine il riferimento alle polemiche scaturite dopo la nomina dell’assessore Giovanni Pistorio, segretario regionale dell’Udc, ex assessore cuffariano e colonnello lombardiano (nomina che ha scatenato le dimissioni dell’assessore Caleca e non pochi mal di pancia tra gli alleati) una decisione che è stata anche un cambio di rotta rispetto alla decisione di mantenere una giunta di tecnici e non di politici “Qualche nomina potrebbe essere stata politicamente inopportuna; l'opportunità politica molto spesso è di parte e ciò che è opportuno per alcuni, appare inopportuno ad altri; qualche altra potrebbe non avere avuto la necessaria
coerenza con la politica del governo”.

I toni del presidente sono completamente diversi rispetto a quelli usati appena domenica nei confronti di Davide Faraone e sembrano voler aprire ad un avvicinamento con il Pd e con un gruppo di alleati con i quali,se davvero vuol continuare senza cedimenti, deve trovare un punto d’incontro, una condivisione sull’ultimo tratto da percorrere insieme. La paura del M5S tiene insieme come il cemento una coalizione che altrimenti avrebbe già separato le sue strade.

Si vedrà adesso cosa farà il Pd, sempre che non ci siano ulteriori colpi di scena dopo le dimissioni di 3 assessori in 7 giorni.

Intanto, restando nell’ambito della sanità, la Commissione Ars ha esitato la legge stralcio trasmettendola all’Assemblea per il voto, normativa che include anche il ddl sull’accorpamento Neurolesi-Piemonte. “Per una volta, grazie all’impegno ed alla collaborazione di tutti- ha dichiarato Santi Formica in una nota- la sanità messinese gioca un ruolo attivo con la nascita di una struttura unica nel meridione che, oltre a offrire il meglio nella riabilitazione multidisciplinare, mantiene tutte le attività di emergenza-urgenza e, fra queste, il pronto soccorso, la chirurgia, l’ortopedia, la cardiologia la rianimazione che caratterizzano da sempre il nosocomio messinese”.
Rosaria Brancato