Oceano: “Non più individualismi, adesso occorre superare la crisi”

“Politica e antipolitica accomunate: guardano entrambe al proprio ombelico”. Sono le parole del segretario generale della CGIL Messina, Lillo Oceano, che ha preso la parola sulla criticità della condizione locale, additandola secondo parametri di carenza occupazionale e difficoltà economiche.

Alla base dell’apprensione di Oceano, i drammatici dati snocciolati, nelle scorse settimane, in occasione della stesura del terzo Rapporto sulla condizione occupazionale nella nostra provincia, da parte della CGIL. Un documento che ha consolidato gli allarmismi già latenti mettendo in luce, oltre alle ben note crepe accusate dal mercato lavoristico, anche la povertà, le difficoltà sempre più ardue poste sul cammino dei giovani all’ingresso nel mercato del lavoro, le stangate sofferte dalla rete imprenditoriale, costretta a un sempre più importante ridimensionamento.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, tradotti in botteghe chiuse, escalation di tensioni sociali, cartelli di vendita e affitto che tappezzano disordinatamente le strade fino ai temuti gesti estremi che qualcuno ha purtroppo già compiuto, è stata la spiegazione del rappresentante Cgil.

Se poi si uniscono i drastici tagli ai fondi nazionali che si riverberano sugli enti locali in termini dissesto dei bilanci – e Palazzo Zanca ne è un esempio – servizi pubblici falcidiati e società partecipate trascinate a fondo, si mette in rilievo un quadro poco incoraggiante – ha spiegato Oceano – che non consente più di profondere tempo e fatica in sterili discussioni sulla scelta del personale politico o sul funzionamento ottimale del sistema.

Banditi anche gli infruttuosi attacchi alla politica e le guerre intestine ai partiti su candidature varie. “Occorrono scelte nette che non possono più essere neutre ma neanche a danno dei soggetti più deboli né a vantaggio dei soliti noti – ha continuato il segretario generale, lanciandosi poi in un accorato appello – Si richiedono scelte da assumere rapidamente e che creino una strada per uscire dalla crisi”. (Sara Faraci)