«Anomalia» call center: i sindacati sollecitano i lavoratori a -difendersi-

«Un numero imprecisato, con un numero imprecisato di lavoratori, isole che sfuggono a controlli e norme». Così i segretari della SLC Cgil, Fistel Cisl e Uilcom UIL, Biagio Oriti, Mimmo Allegra e Nicola Alessi, hanno commentato oggi, in una nota, la situazione dei call center a Messina.

I tre segretari hanno ricordato che entro il 30 settembre è possibile regolarizzare e quindi stabilizzare il personale dei call center impiegato in funzioni outbound (per le chiamate esterne), ma che i lavoratori devono attivarsi o in proprio o attraverso il sindacato per fare rispettare i propri diritti.

«Se non lo hanno fatto finora le aziende non lo faranno neanche dopo – spiegano Oriti, Allegra e Alessi -. Ma la stabilizzazione degli outbound è prevista dalla legge e confermata da una sentenza della Cassazione, quindi chi ha questi requisiti si può rivolgere al sindacato per ottenerne il rispetto». Cgil, Cisl e Uil fanno riferimento alla circolare dell’ex ministro del lavoro Damiano e ad una recente sentenza con cui la Cassazione ha riconosciuto il personale di un call center di Padova come subordinato, condannando l’azienda a regolarizzarlo e a versare i relativi contributi. Il 30 settembre, però, questa finestra si chiude. Quindi resta poco tempo.

Cgil, Cisl e Uil Messina, intanto, hanno già chiesto all’Ispettorato del lavoro un incontro per sollecitare interventi presso tutti i call center della provincia, affinché venga verificata la regolarità dei rapporti con il personale. «Se c’è una legge che stabilisce che in presenza di determinati requisiti i lavoratori vanno stabilizzati e le aziende non la applicano, queste aziende vanno sanzionate – hanno commentato Oriti, Allegra e Alessi -. È un’occasione storica questa per stabilizzare personale precario dei call center, costituito in prevalenza da donne, che potrebbe non ripetersi. Serve quindi un impegno straordinario da parte di tutti gli attori e in particolare degli stessi lavoratori, che, anche appoggiandosi alla forza unitaria del sindacato, possono ottenere il giusto riconoscimento di quei diritti fino ad oggi negati.»