Apocalisse a Patti: Il primo bilancio ufficiale.

Salgono a tre i morti nel rogo che ha distrutto l’agriturismo -Il rifugio del falco- a Patti, nella frazione Moreri. Due i corpi trovati carbonizzati, il primo rinvenuto all’interno di uno dei locali dell’agriturismo, l’altro in un’auto. Il terzo uomo sarebbe deceduto in ospedale. Ufficialmente, però, figura ancora tra i dispersi, viste le difficoltà per identificare le vittime e quelli che ancora mancano all’appello. Le prime conferme su nomi e numeri delle vittime sono arrivate solo a tarda sera. I corpi carbonizzati apparterrebero ad una dipendente ventunenne della struttura, Pina Scafidi, ed al cuoco, Nino Miragliotta. Una ventina i ricoverati nell’ospedale di Patti, 3 dei quali in gravi condizioni. Quelli con le ustioni più gravi sono stati via via trasferiti nei centri specializzati dei nosocomi di Catania e di Napoli. Nel rifugio è arrivato anche il prefetto di Messina, Francesco Alecci. I carabinieri stanno cercando di portare in ospedale i feriti sulle auto di pattuglia, ma la strada che porta all’agriturismo è bloccata dalle macchine dei clienti della struttura che avevano tentato di fuggire ma che sono stati costretti a proseguire a piedi. Il lavoro dei canadair della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e gli operai del Corpo forestale sono al lavoro ininterrottamente per cercare di domare il vasto incendio scoppiato nelle prime ore del pomeriggio, che ha avviluppato tutto l’area dell’agriturismo, e per mettere in salvo dipendenti e clienti. Le operazioni di soccorso sono però ostacolate dal forte vento di scirocco che batte incessantemente da ieri la costa tirrenica del messinese e l’interno. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme in un primo momento avrebbero raggiunto un distributore di benzina poco distante dalla struttura. Il pericolo di un’esplosione aveva fatto dirigere in zona tutti i soccorsi. Il vento, però, ha improvvisamente cambiato direzione raggiungendo repentinamente -Il rifugio del falco- e cogliendo di sorpresa clienti e personale. Il proprietario dell’azienda, l’ingegnere Antonino Ansà, si è salvato nascondendosi in una struttura attigua.

A Messina, sui Peloritani, è a rischio la pineta Candelaro. Vasti roghi in diversi punti dei Nebrodi, da Longi a San Marco D’Alunzio, da Gioiosa Marea a Montagnareale. Particolarmente preoccupante la situazione a Naso, piccolo centro sulle colline di Capo D’Orlando, dove le fiamme hanno raggiunto l’abitato e, bruciando lungo 10 chilometri di macchia mediterranea e boschi, hanno costretto 150 famiglie ad abbandonare le proprie case. L’area maggiormente interessata è quella a cavallo tra le provincie messinese e palermitana, da Patti a Tusa cioè. Le fiamme hanno lambito anche la rocca di Tindari, dove sorge il Santuario della Madonna, centro religioso di riferimento del circondario. Dappertutto è fuoco, in fumo migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, minacciate abitazioni e insediamenti industriali. Le situazioni più critiche ad Alcara Li Fusi in località Piano Arzano, con il fuoco che mangia alberi e coltivazioni. Quattro autobotti, sia dei distaccamenti della Forestale di San Fratello, Galati Mamertino che del comune di Militello sono all’opera nel tentativo di domare le fiamme che stanno deviando verso Portella Gazzana e il territorio di Longi, comune già ieri accerchiato dalle fiamme.

In serata, le agenzie hanno battuto lo sfogo del sindaco di Patti, Giuseppe Venuto. -Ci siamo sentiti abbandonati, la Protezione civile ci ha risposto unicamente lamentando la carenza di uomini e mezzi-. Il primo cittadino ha al contrario elogiato carabinieri e polizia, che si sono prodigati in forze per agevolare i soccorsi, accompagnare i feriti in ospedale e contenere il caos. Il pm della Procura di Patti, Gaetano Scollo, ha avviato le attività di indagine.