Cessione di filiali Unicredit, le preoccupazioni del sindacato

«La cessione delle filiali del Banco lascia, al di là del merito, molta rabbia e amarezza tra i colleghi del Banco sul metodo e molte preoccupazioni sulle possibili ricadute sull’utenza». Così Andrea Scarfì e Francesco Re, rispettivamente il segretario provinciale e il segretario nazionale della Fisac Cgil, commentano l’operazione che ha coinvolto una settantina di sportelli giudicati “di troppo- dall’Antitrust. Alla quale si sono accompagnati episodi di “scarsa sensibilità- da parte dei vertici aziendali. «I dirigenti Unicredit – afferma Re – tra i quali lo stesso Nicastro Amministratore Delegato di Unicredit Banca, hanno invitato i direttori delle agenzie a non presentarsi alla convention del gruppo in programma a Bologna, in quanto ospiti non graditi visto che andranno alla concorrenza. E’ stato un atto sgradevole verso professionalità che da molti anni lavorano nel Banco».

Scarfì entra ancor più nello specifico: «Sapevamo che quanto imposto dall’antitrust avrebbe avuto spiacevoli ripercussioni, ma quanto accaduto venerdì 9, lascia tanta perplessità e rabbia. In che condizioni lavoreranno i 383 lavoratori del Banco e gli altri lavoratori delle banche del gruppo Unicredit che sapendo oggi della loro certa cessione ad altra azienda, dovranno affrontare sei mesi di incertezza prima della completa definizione della vendita dell’agenzia di cui fanno parte? Con quali criteri sono state scelte le agenzie visto che zone importanti della città, come Provinciale, sono state assolutamente lasciate scoperte con la contestuale cessione degli sportelli Unicredit e BdS? Basterà una, comunque problematica e complessa, riallocazione delle agenzie superstiti per garantire il servizio ed il mantenimento dei rapporti con clientela importante? E la cessione di altrettanto importanti agenzie della provincia che gestiscono servizi di tesoreria in piazze in cui non opera alcun sportello bancario, come si motiva?». Sono tante, dunque, le perplessità del sindacato. «Resta forte la sensazione del voler fare cassa più che banca ed in questo caso il futuro del Banco, dei suoi lavoratori e dell’utenza, è tutt’altro che roseo». Scarfì preannuncia che la Fisac rafforzerà la propria presenza, sia a tutela dei colleghi delle filiali cedute, sia per vigilare che l’utenza non risenta della riorganizzazione del gruppo bancario.