Donna suicida con i due figli nelle acque del porto di Messina: chiesto il giudizio per l’ex presidente dell’Autorità Portuale Vincenzo Garofalo

Una violenta crisi depressiva la spinse a lanciarsi in mare con i due figli di 4 e 5 anni. Una fine atroce, una vicenda che molti ricordano ancora con la stessa impressione di allora.

Era il 4 ottobre del 2003 quando Carmela Bertuccio, 35 anni di Belpasso, uscì di casa, raggiunse Messina e si lanciò con l’auto nelle acque del porto insieme ai due bambini. Un terzo, Salvatore di 10 anni si salvò perché non volle andare con la madre e resto a casa dei nonni.

Il corpo della donna fu visto galleggiare la mattina successiva da un pescatore nello specchio d’acqua antistante il molo Rizzo. Poco dopo furono recuperati anche quelli dei bambini.

Le indagini furono affidate al sostituto procuratore Vincenzo Cefalo. Il gip De Marco aveva respinto la sua richiesta di archiviazione chiedendo un approfondimento delle indagini. Ora il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per l’allora presidente dell’autorità portuale di Messina Vincenzo Garofalo, oggi deputato del PDL. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo plurimo.

Garofalo non avrebbe ottemperato ad un’ordinanza della Capitaneria di porto di Messina del 2001 che disponeva la messa in sicurezza dell’area portuale. Proprio per evitare l’ingresso sulle banchine del porto di persone non autorizzate andavano posizionate delle barriere new jersey e chiusi tutti i varchi di accesso. Anche perché appena un mese prima, il 7 settembre, un anziano si era già lanciato in mare con la propria auto. Nonostante tutto, secondo la Procura, non furono assunte iniziative per scongiurare questi rischi.

La Bertuccio era scomparsa da casa il pomeriggio del giorno precedente insieme ai due figli. Il marito, Mario Pulvirenti, dal quale era separata da dieci mesi ma che continuava a vedere, non trovandola a casa ne denunciò la scomparsa alla Questura. Ma la donna si era già diretta a Messina dove trascorse la notte in auto con i due figli. Quando i bambini si addormentarono sul sedile posteriore, Carmela Bertuccio raggiunse il molo Rizzo, mise l’auto in folle e la lasciò scivolare in mare.