Il Ferragosto messinese si è chiuso col -botto-

Il Ferragosto nostrano oltre che per il tradizionale tiro della Vara e della passeggiata delle statue equestri dei mitici fondatori della città, Mata e Grifone, è stata un’occasione di richiamo a Messina anche per gli spettacoli pirotecnici promossi dal Comune. I giochi pirotecnici sono stati seguiti nelle due tornate, iniziate alle 23, da un numerosissimo pubblico assiepato lungo l’affaccio a mare della passeggiata, da tutti i punti panoramici della città ed a bordo di numerose imbarcazioni nel tratto di mare dinnanzi la cittadella fieristica, presidiato dalla motovedetta della Guardia Costiera che ha interrotto il transito di navi e natanti durante gli spari. E’ stata una vera e propria dimostrazione dell’arte di comporre sostanze combustibili per formare in cielo girandole, razzi, disegni variopinti godibili da tutto il fronte mare di Messina. Il programma, che ha previsto mine aeree, bombe a cometa, piogge d’oro e di stelle filanti, bouquet di luci a raggiera, ha richiamato i fuochi del rinomato Tombolini che le cronache del Mezz’agosto degli anni preterremoto indicavano come rinomato e tanto gradito dalla cittadinanza. La città ieri ha apprezzato sia i giochi pirotecnici della notte che quelli durante il tiro della Vara, dalla -moschettiera- che ha accompagnato il tipico avvio del -tiro-, agli spari alla fermata dinnanzi la Madonnina e l’arrivo a piazza Duomo. Lo spettacolo pirotecnico di maggior richiamo – come tradizione – è stato quello della notte con inizio alle 23, quando è stato riempito il cielo notturno di colori con effetti particolari e disegni vari ed anche con la novità di fuochi che producevano effetti a raggiera al contatto con il mare. Due le ditte impegnate, Arigò e Ferlazzo, entrambe messinesi, custodi della tradizione di varie generazioni. Anche quest’anno sono stati apprezzati i gonfaloni lungo il percorso e gli effetti luminosi a piazza Duomo e piazza Unione Europea, a piazza Castronovo ed al punto di -virata- di via I Settembre, proprio per esaltare l’imponente sagoma di una delle più celebri ed antiche -machine- festive e devozionali ancora esistenti in Europa.