Indagato per associazione mafiosa: dai domiciliari al carcere su appello del PM Verzera

I fautori della certezza della pena apprezzeranno il provvedimento.

Nei confronti di Valentino Rizzo, 39 anni, arrestato nell’operazione antimafia Nemesi, è stata emessa una ordinanza che dispone l’arresto in carcere dopo aver ottenuto, per un breve periodo, gli arresti domiciliari.

Il 16 febbraio scorso la seconda sezione penale del Tribunale di Messina, accogliendo l’istanza del legale di Rizzo, gli aveva concesso i domiciliari. L’uomo è tornato a casa ma il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Giuseppe Verzera aveva presentato appello contro la decisione di scarcerare Rizzo.

E così oggi la prima sezione del Tribunale (presidente Giuseppe Adornato, giudici Daniela Urbani ed Eliana Zumbo) ha accolto il ricorso di Verzera ritenendo del tutto fondate le motivazioni.

Valentino Rizzo era stato arrestato nell’operazione Nemesi per rispondere di associazione mafiosa, spaccio di sostanze stupefacenti, del ferimento a colpi d’arma da fuoco di Luciano Irrora, di aver rapinato della pistola un’agente di Polizia Municipale e poi ancora di attentati ed estorsioni.

I giudici della prima sezione del Tribunale, in pratica,non hanno ritenute cessate le esigenze di custodia cautelare. In particolare “non si ravvisano elementi che consentano ragionevolmente di escludere l’attuale pericolosità dell’indagato e dimostrare la effettiva recisione dei rapporti con la criminalità organizzata”. E così Valentino Rizzo, secondo i giudici, deve tornare subito in carcere.