Industrie messinesi in crisi, la Cgil lancia l’allarme

Il Direttivo provinciale della Fiom, la categoria dei metalmeccanici della Cgil, ha affrontato oggi i temi della crisi internazionale in atto, che rischia di abbattersi in modo irreparabile sul già disastrato tessuto economico e industriale della provincia di Messina. Nel corso del dibattito, aperto dalla relazione del segretario provinciale Enzo Sgrò, è stata rilevata l’insufficienza delle misure sin qui adottate dal governo per alleviare i disagi delle categorie più esposte di lavoratori e delle classi sociali con maggiori difficoltà.

«C’è il rischio reale – ha detto Sgrò-, che nei mesi che verranno, che tutti prevedono di grandi difficoltà, venga compromesso quel poco di tessuto produttivo ancora presente sul nostro territorio, a cominciare dalle grandi realtà industriali (la Rodriquez, la Palumbo, la Duferdofin, il polo di Milazzo), ma ancor più la rete di piccole e medie imprese in lotta già attualmente per la sopravvivenza. Al tempo stesso – ha aggiunto Sgrò- bisogna dare protezione e sostegno a grandi fasce di precariato che sono proliferate negli ultimi tempi spacciate dai governi e dagli industriali come fatto di -modernità- e che ora si scoprono privi di qualsiasi tutela sociale».

L’attivo si è concluso con l’intervento di Giovanna Marano, segretaria della Fiom siciliana, che ha rimarcato l’esigenza di dare maggiore sostegno alle retribuzioni attraverso la detassazione delle tredicesime e minori aggravi fiscali e di non arrendersi a questo stato di cose, facendo sentire la ferma risposta dei lavoratori già con una grande partecipazione dei metalmeccanici allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre e che prevede una manifestazione provinciale a Messina. «Per sostenere il mercato – ha spiegato Marano – e quindi l’occupazione si deve evitare il crollo dei consumi. Detassazione delle tredicesime e ampliamento degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori che oggi non ne hanno diritto sono le sole misure veramente efficaci per contrastare la crisi».