Omicido Naselli: i legali di Franco Bellinghieri chiedono la revisione del processo

Potrebbe essere riaperto il processo a carico di Franco Bellinghieri il 47enne, condannato all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso il medico Domenico Naselli nella sua casa di via XXIV Maggio la sera del 22 febbraio del 1990.

Stamani, infatti, i suoi legali hanno depositato a Reggio Calabria la richiesta di revisione del processo perché sarebbero subentrati fatti nuovi che potrebbero dimostrare l’innocenza di Bellinghieri.

L’allora studente universitario fu accusato di essersi guadagnato l’amicizia di Naselli il quale, pur vivendo alla stregua di un barbone,possedeva enormi ricchezze. Si parlò di un patrimonio immobiliare di decine di miliardi. Poi, secondo l’accusa, si sarebbe fatto dichiarare suo erede e lo fece uccidere.

Nell’abitazione di Naselli gli uomini della Squadra Mobile trovarono rifiuti di ogni genere, bottiglie, resti di alimenti misti a monete e banconote. Intere buste di plastica piene di denaro, soldi accatasti dappertutto, gioielli. Beni che, secondo quanto emerse in seguito dal testamento, sarebbero spettati proprio a Bellinghieri.

Secondo quanto accertarono gli investigatori Bellinghieri diede incarico ad un suo amico venditore ambulante, Massimiliano Maimone, di recarsi a casa dell’anziano medico ed ucciderlo a colpi di pistola.

Per questo delitto i giudici della Corte d’Assise condannarono all’ergastolo Franco Bellinghieri e a 22 anni di carcere Maimone.

L’ambulante avrebbe intascato 170 milioni di lire per mettere a segno la sua missione di morte

Ora gli avvocati di Bellinghieri sostengono che vi sarebbero filoni di indagine poco vagliati o del tutto omessi e chiedono che vengano ascoltati nuovi testimoni e vengano eseguiti nuovi esami balistici e medico legali.