Operazione -Pozzo-. Infiltrazioni mafiose in appalti pubblici: 12 arresti

Associazione mafiosa, estorsioni, usura e danneggiamenti sono alcuni dei reati contestati ai 13 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale su richiesta della Dda nei confronti dei presunti appartenenti della famiglia mafiosa di Barcellona. Documentate dai Ros dei Carabinieri infiltrazioni mafiose del sodalizio negli appalti pubblici della fascia tirrenica. La tecnica utilizzata è sempre la stessa, il gruppo criminale imponeva imprese controllate nei subappalti e nelle forniture di materiali. Non esitavano a ricorrere ad attentati intimidatori.

Il sodalizio, oltre ad una diffusa attività estorsiva ai danni di commercianti ed imprenditori, avrebbe esercitato anche il controllo su diversi locali notturni dell’area, funzionale alla gestione del gioco d’azzardo, nonché di attività usurarie nei confronti dei giocatori maggiormente indebitati.

Tra i 12 arrestati nell’operazione con l’accusa di estorsione, usura e gioco d’azzardo, c’è Carmelo D’Amico, storico esponente del clan dei barcellonesi che ha avuto un ruolo predominante nel sodalizio mafioso.

In manette sono finiti Leonardo Arcidiacono, 38 anni, Antonino Bellinvia, 54 anni, Tindaro Calabrese, 35 anni, Antonino Calderone, 33 anni, Gaetano Chiofalo, 35 anni, Mariano Foti, 38 anni, Santo Gullo, 45 anni, Francesco Ignazzitto, 49 anni, Ottavio Imbesi, 37 anni, Salvatore Micale, 34 anni e Salvatore Puglisi, 53 anni.