Operazione Pozzo: il tdl annulla cinque ordinanze di custodia cautelare

Cinque provvedimenti cautelari dell’operazione antimafia “Pozzo” sono stati annullati dai giudici del Tribunale del Riesame che hanno ordinato la scarcerazione degli indagati.

Le tredici persone arrestate, con le accuse di associazione mafiosa finalizzata ad estorsioni, usura e gioco d’azzardo, avevano presentato ricorso. Oggi il Tdl ha annullato le ordinanze disponendo la scarcerazione di Leonardo Arcidiacono, l’uomo che mise in contatto il boss barcellonese Carmelo D’Amico e Tindaro Calabrese, dell’imprenditore Salvatore Puglisi, personaggio ritenuto vicino a D’Amico, di Ottavio Imbesi e Franco Iganizzitto che si occupavano di usura e di Carmelo Mazza, latitante per diversi giorni e costituitosi proprio mercoledì pomeriggio.

I giudici hanno anche annullato parzialmente l’ordinanza per Gaetano Chiofalo al quale è stata cancellata la pesante accusa di associazione mafiosa anche se resta quella di estorsione. Chiofalo, dunque, rimane in carcere. Rigettati dal Tdl i ricorsi degli altri imputati che restano tutti detenuti. Erano stati tutti chiamati in causa due nuovi collaboratori di giustizia, il tortoriciano Emanuele Merenda ed il polacco Ariel Mroczkowski. Secondo l’accusa il clan da circa quindici anni aveva allungato le mani sugli appalti pubblici nella fascia tirrenica della provincia di Messina, pretendendo dagli imprenditori un pizzo fra il 2 ed il 4% su tutti i lavori che si aggiudicavano.