Operazione Zaera, tre condanne e due assoluzioni per la gestione del mercato

Si è concluso con tre condanne e due assoluzioni l’udienza dell’operazione Zaera per gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato.

Il gup Maria Eugenia Grimaldi ha condannato ad 8 anni di reclusione l’ex carabiniere ausiliario ed oggi assicuratore Frank Scibilia, 7 anni e mezzo sono stati inflitti ad Antonino Bengala e 6 anni a Francesco Sanfilippo. Assolti, per non aver commesso il fatto, Angela Spitalieri moglie del boss Armando Vadalà, che doveva rispondere di estorsione, e Giuseppe Pantanetti.

Il PM Giuseppe Verzera aveva chiesto 12 anni per Scibilia, 10 per Bengala, 6 per Sanfilippo, 6 per la Spitalieri e 2 per Pantanetti.

12 persone, che saranno giudicate con il rito ordinario sono state rinviate a giudizio nei giorni scorsi mentre è stata archiviata la posizione di due funzionari del Comune. .

Gli arresti dell’operazione Zaera scattarono nel settembre dell’anno scorso.

Le indagini della Squadra Mobile scoperchiarono un calderone di illegalità all’interno del mercato di Ponte Zaera, gestito in tutto e per tutto dal clan Vadalà. Gli esercenti erano costretti a pagare il pizzo ed era il boss Armando Vadalà a decidere chi poteva lavorare nel mercato. Gli affiliati al clan effettuavano il servizio di guardiana e di pulizia, gestivano i parcheggi e naturalmente facevano la spesa gratis.

Gli ambulanti pagavano da 3 a 5 euro alla settimana per lavorare in tranquillità e naturalmente senza intralciare l’attività del boss.

Le decisione più importanti, secondo quanto emerso dalle indagini, venivano prese in riunioni che si svolgevano nell’agenzia assicurativa di via Catania gestita da Scibilia.