Il progresso nei trasporti favorisce solo il Nord: il Comitato pendolari ricorda il degrado del traghettamento

L’alta velocità, chiodo fisso dell’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti (nella foto) sarà cosa da ricchi. Sullo Stretto Bluvia si è ormai arresa all’armatore privato, i pendolari si sentono esclusi da qualsiasi prospettiva di miglioramento nei trasporti.

«All’amministratore delegato chiediamo – scrive oggi Pietro Interdonato, presidente del Comitato pendolari dello Stretto – come intervenire nel Meridione del Paese, e soprattutto nell’area dello Stretto, per allontanare dalla mobilità il degrado, l’inefficienza e il gravissimo appesantimento tariffario cui sono soggetti in particolare gli utenti che hanno l’ineludibile necessità di traghettare.»

Una domanda che si scontra con la realtà della politica strabica di Fs, che abbandona il Sud, giudicato poco redditizio, per investire sulle tratte più battute, la Milano-Roma in primis. Lasciare mano libera al privato, però, ha avuto negli anni l’effetto di fare correre i prezzi verso l’alto. Così Interdonato conclude: «Le fasce tariffarie esistenti, per noi pendolari, devono ritrovare l’essenza sociale della comunicazione fra le due sponde e non più l’arbitrio privo di controllo regolatore istituzionale».