Isola pedonale, chi la cancella si sente vincitore. Cacciola: “Avete perso un’occasione”

L’isola pedonale è finita. Dopo 6 mesi di sperimentazione, di polemiche e proteste ma anche di iniziative, di cittadini che pian piano hanno iniziato ad apprezzare e sfruttare l’opportunità di passeggiare in tranquillità in pieno centro senza l’incubo delle auto, l’isola pedonale non ci sarà più. Lo ha deciso il Consiglio comunale, anzi lo hanno deciso 16 consiglieri comunali supportati da non più di una decina di commercianti che hanno seguito la seduta dalla tribuna e che hanno applaudito a più riprese alla fine di un’esperienza che, nel bene e nel male, era stata un’assoluta novità per Messina. Una seduta surreale, un dibattito con pochi contenuti e l’unica intenzione, mal celata, di vincere a tutti i costi il braccio di ferro che in questi mesi ha caratterizzato la vita dell’isola. Dopo il voto finale non sono mancati gli scambi di pacche sulle spalla, batticinque, baci, abbracci e strette di mano tra chi aveva deciso di fare fronte comune per snaturare la volontà e il progetto dell’amministrazione comunale e soprattutto dell’assessore Gaetano Cacciola. Nei suoi occhi e nella sua voce tanta amarezza per quella che ha definito “un’occasione mancata”.
Per capire bene cosa è accaduto nelle tre ore di seduta è però necessario ripercorrere tutti i momenti salienti. Prima di iniziare si pensava che in discussione ci sarebbero stati alcune modifiche al regolamento Cosap proposte mesi fa dal consigliere Daniele Zuccarello e il registro delle unioni civili perché così era stato deciso. All’ordine del giorno era stata iscritta però anche la delibera di modifica del Piano Urbano del Traffico (Put) che è balzata in cima alle priorità dopo la richiesta di prelievo da parte del consigliere Pd Nicola Cucinotta. Nulla di casuale o improvviso perché i commercianti schierati in alto ben sapevano che l’argomento sarebbe stato quello, a differenza di molti consiglieri che invece erano convinti di dover discutere di unioni civili. 
La delibera in discussione prevedeva la modifica del Put approvata dalla giunta lo scorso 17 giugno,modifica per variare il Piano attuale, che risale al 1998, con l'inserimento dell'area pedonale nella sua massima estensione secondo le indicazioni che avevano dato lo stesso Consiglio lo scorso 27 febbraio e il Consiglio della IV circoscrizione, e i risultati della sperimentazione di questi mesi. Nel documento in pratica si inseriva la possibilità, non l’obbligo, di ampliare l’area pedonale, come ha spiegato all’inizio l’assessore Cacciola. “L’area prevista in questa delibera è diversa  rispetto a quella della sperimentazione, diventa più ampia, ma dal punto di vista della mobilità non cambia nulla. Non si dovrà necessariamente fare subito, ma l’intento è di dare spazio ai pedoni sia in ambito commerciale che in zona turistica. Prima di arrivare a questo punto abbiamo fatto una lunga sperimentazione e avviato un intenso confronto per capire se la proposta potesse essere accettabile”.
La strategia di una parte dell’aula però era chiara. E infatti sono stati ritirati subito tutti gli emendamenti che erano stati presentati, lasciandone in vita solo uno presentato da Nicola Cucinotta (Pd) e Fabrizio Sottile (Forza Italia) e sottoscritto da molti altri colleghi. Emendamento che proponeva di ridurre l’isola pedonale alla sola piazza Cairoli, chiudendo al traffico solo il quadrilatero intorno alla piazza (via Giordano Bruno, via XXVII Luglio e il pezzetto di viale fino all’incrocio con la via Ettore Pellegrino). Il dibattito si è acceso su questa proposta che di fatto stravolge il progetto dell’amministrazione e anche l’idea di città che attraverso il Put si voleva provare a mettere in pratica.
I promotori di questa modifica Cucinotta e Sottile hanno spiegato che la necessità di fare un’area più piccola era nata dal fallimento della prima esperienza che non è stata gestita nel migliore dei modi, Santalco l’ha definita “il giusto compromesso”. Molti, come Zuccarello, De Leo, Adamo, Cantali, Faranda, Sindoni non hanno risparmiato critiche all’isola pedonale così com’è stata concepita, perché poco organizzata, carente in sicurezza, servizi, parcheggi, mezzi pubblici, ma si sono posti in assoluto disaccordo con l’idea di pedonalizzare un quadrilatero che di fatto è già pedonale in quanto piazza. L’emendamento è stato definito da più parti un aborto, “piuttosto riapriamo tutto” ha apostrofato Adamo che ha letto nella proposta dei colleghi solo un modo per porsi a tutti i costi contro l’amministrazione, a fargli eco Zuccarello che fin dall’inizio ha chiesto all’assessore di ritirare la delibera per ridiscutere insieme alcuni passaggi e tornare in aula con una visione più condivisa. Contrario anche Mondello che ha ricordato all’aula che l’esperimento  dell'isola pedonale è nato in Via dei Mille e cancellarla di colpo, creare Guelfi e Ghibellini non serve a nessuno. “Se dobbiamo armonizzare i rapporti con i commercianti e i cittadini non si può fare gioco di forza in aula, ci deve essere condivisione. Il Put è uno strumento di programmazione che non si può esaurire in trenta secondi di dibattito. Se è il caso facciamo anche un referendum e lasciamo esprimere i cittadini”. Difesa a spada tratta del progetto targato Cacciola naturalmente da parte di Lucy Fenech che ha sottolineato come la cittadinanza più volte si sia espressa a favore e che dichiarare che l’isola non abbia funzionato è una verità parziale. Nina Lo Presti ha definito la mini isola di Cucinotta-Sottile “il vuoto”, ma anche questa volta non lesinato critiche alla sua amministrazione, accusata di agire con un modus operandi sbagliato: “Non potete creare divisioni tra buoni e cattivi, l’assessore ha giocato sul terreno della presunzione pensando di poter calare dall’alto un provvedimento, ma non funziona così”.
Non si è fatta attendere la risposta di Cacciola: “L’area sperimentale è stata fatta proprio per dare al Consiglio uno strumento di pianificazione della città basato su dati tangibili. La giunta ci ha messo la faccia non per presunzione ma perché qualcuno lo doveva fare. Abbiamo cercato di ascoltare tutti i commercianti e cercato di unire le diverse esigenze. Riducendo l’isola invece tagliamo fuori qualcuno ed il Consiglio deve assumersi questa responsabilità. Mi sarei atteso un pizzico in più di voglia di programmazione attraverso lo strumento del Put che invece è stato svilito al solo ragionamento dell’isola pedonale”. 
L’emendamento però alla fine è passato. 28 presenti, 9 contrari, 16 favorevoli e 3 astenuti hanno deciso le sorti dell’isola  di centro città.  A volere la riduzione: i Dr Abbate, Amata, Interdonato, La Paglia, i Pd Cucinotta, David, Pagano, Russo, Ianello,  Santalco, il centrodestra con Trischitta, Sottile, Crifò, Crisafi,il Megafono con Nora Scuderi. Hanno votato contro: Adamo, Burrascano, Cantali, De Leo, Fenech, Lo presti, Sindoni, Sturniolo, Zuccarello. Astenuti: Barrile, Cardile, Mondello.
Approvata la modifica, di fatto il Put che era stato presentato è stato stravolto. Ne è scaturito un altro dibattito, lo spirito polemico di Santalco ha suggerito all’assessore di ritirare l’atto e di ragionarci su nei prossimi giorni in modo condiviso Trischitta e Amata ci hanno tenuto a sottolineare che il voto non è stato figlio di nessun preconcetto contro il Sindaco, Mondello è tornato a chiedere all’assessore di ritirare l’atto, un modo per evitare il voto e dunque il via libera al progetto dei consiglieri proponenti della modifica. Alla fine però una maggioranza trasversale si è compattata e ha dato il risultato finale: Put modificato con isola ridotta ai minimi termini. Gli stessi 16 dell’emendamento hanno votato a favore; mentre invece hanno votato contro Burrascano, Cantali, Cardile, De Leo, Sturniolo, Zuccarello. Infine si sono astenuti: Adamo, Barrile, Faranda, Fenech, Lo Presti, Mondello, Sindoni. Fino alla fine qualcuno ha cercato di convincere l’assessore a ritirarla, pur di non farla arrivare al voto in queste condizioni. Non le ha mandate a dire Sturniolo che ai colleghi oppositori ha detto che “quando si inseguono microelettorati quel che conta è raccogliere. Poco importa a danno di chi. L'isola non è dei commercianti ma della città. Il voto su questo atto risponde solo a meri calcoli elettorali”. 
Dopo il voto che ha tagliato le gambe all’isola, riducendola ad un quadrilatero che di fatto è già di per se una piazza, l’amarezza dell’assessore Cacciola: “Permettetemi di rimproverarvi, ma avete perso un' occasione. E non accetto più di essere tacciato anche in malo modo di presunzione, non faccio altro che star qui ad ascoltare i vostri rimproveri, a me interessava dare strumento alla città condiviso dalla gente. Per arrivare a questo momento c'è stato un percorso, è vero che non ho fatto tutto quello che si proponeva, di certo c’è che quella che esce fuori oggi è l'area pedonale del Consiglio. Non dimenticate però che l’isola deve deliberarla la Giunta e a questo punto deciderà con calma quando e  come”. Responsabilità dunque tutte sulle spalle del Consiglio che ha deciso, nei prossimi giorni si avvieranno le procedure  per riaprire al traffico via dei Mille, il resto si vedrà. Legittimo il dubbio dell’assessore Patrizia Panarello: “Molti consiglieri continuano a ripetere che l’isola ha ucciso il commercio. Ma se è così chiedo agli stessi consiglieri perché hanno votato per lasciare piazza Cairoli, evidentemente mettendo in difficoltà gli esercenti di questo quadrilatero” ha detto provocatoriamente l’assessore al commercio.   
Grande delusione anche per il presidente della IV Circoscrizione Francesco Palano Quero, fin dall’inizio accanto all’amministrazione in questo esperimento e profondo sostenitore dell’iniziativa: “Abbiamo in questo momento in carica il migliore assessore alla Mobilità con cui confrontarsi e dialogare, il Consiglio ha smontato un lavoro certosino costruito con scientificità ed esperienza. Purtroppo si continua ancora una volta a distruggere solo perché si pensa che qualcosa appartiene per forza a qualcun altro, per la voglia di andare contro a prescindere. Quella votata non è un’isola pedonale, adesso bisogna trovare gli strumenti politici e amministrativi per rilevare la maggioranza dei cittadini che l’isola la vuole”.
Francesca Stornante