-Una unità di crisi- per far fronte alle difficoltà economiche. Questa la proposta della Cgil

E’ stato presentato questa mattina al saloncino della Cgil l’-Unità di crisi Cgil- il nuovo organismo che si occuperà di monitorare e valutare gli effetti e l’andamento della crisi nell’area di Messina e provincia. Quella di oggi si è però rivelata anche un’occasione per delinare il quadro desolante di un’economia cittadina al collasso in diversi settori lavorativi.

-A seguito di una riunione con i nostri dirigenti, nel corso della quale abbiamo considerato i vari aspetti della situazione, si è deciso di costituire un organismo ad hoc per seguire l’impatto della crisi sul nostro territorio- – ha dichiarato il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano.

Dati allarmanti quelli presentati dalle tabelle dei settori occupazionali. L’Area Milazzo-Villafranca è stata colpita nei settori dell’accaieria,raffineria e centrale elettrica, industria di materie plastica, alimentare, gruppo Heineken, cantieristica, produzione di laterizi, cemento e piastrelle. Aziende nelle quali la crisi ha comportato riduzione delle giornate lavorative, cessazione attività, licenziamenti o richiesta di ammortizzatori sociali e cassa integrazione. L’Area Nebrodi,Patti,S.Antagata,S. Stefano ha avuto ripercussioni nei settori delle ceramiche, frutta secca, tessile e incubazione aziendali, anche in questo caso abbondano i licenziamenti,i fallimenti e le casse integrazioni ordinarie . Difficile la situazione anche nell’area della città di Messina, nella quale sono stati colpiti i settori della distribuzione farmaci, alimentare, abbigliamento, informatica, cantieristica, addetti pulizie, medici assegnisti e ricercatori. Anche qui si alternano licenziamenti collettivi, precariato e contratti di solidarietà, a cui si aggiungono cessazioni di attività commerciali e turistiche. Per non parlare dei tagli netti che in generale colpiscono la pubblica amministrazione e i servizi sociali.

Si tratta di dati parziali che riguardano solo le aziende più grandi, mancano le piccole imprese, che seppur in maniera meno incisiva, hanno comunuque subito delle ripercussioni significative nel sistema economico generale. Dal 2008 al 2009 si è verificato un aumento del 100% del ricorso agli ammortizzatori sociali. Mentre si accentuano i fenomeni migratori delle aziende verso aree più ricche. Queste le conseguenze dei tagli previsti dal Governo nazionale, che determinerà nel corso del 2009 la perdita di 1000 posti di lavoro.

Un quadro preoccupante, che la Cgil si propone di affrontare proprio attraverso la costituzione di un coordinamento per la Provincia di Messina, del quale facciano parte le organizzazioni sindacali, le imprese , il sindaco di Messina e il presidente della Provincia. Tutto ciò per far sì che Messina possa lavorare con l’aiuto delle autorità competenti usufruendo anche dei finanziamenti previsti per riprendere e realizzare i progetti sulle infrastrutture ed evitare così il collasso di un territorio di cui già da tempo è evidente lo stato di criticità.